Lo scenario che si apre di fronte agli spettatori del Lac di Lugano per l’unica data di Assembly Hall della compagnia canadese di teatrodanza Kidd Pivot suscita già curiosità. Presentato nell’ambito del festival Steps, il pezzo è co-firmato dalla coreografa Crystal Pite, tra le più in voga del momento, e dall’attore Jonathon Young. Arretrato, al centro della sala, c’è un teatro con sipario rosso. A destra e sinistra due porte per l’uscita, impilate da una parte alcune sedie. A terra si sta consumando un duetto con un uomo sdraiato mezzo morto. Chi sia o cosa rappresenti lo si capirà solo alla fine. In un attimo prende avvio una diversa realtà: le sedie sono disposte in semicerchio, voci registrate riprese in playback da otto danzatori/attori catapultano lo spettatore in mezzo a una riunione nella sala d’assemblea del titolo.

VI PARTECIPA un gruppo di «rievocatori medioevali»: fanno parte del bizzarro Ordine Benevolo e Protettivo: in gioco nelle loro discussioni il destino dell’associazione e la salvaguardia del Festival dell’Avventura. Gli otto appaiono in preda allo sconforto: verbali accumulati, una confusione sul passato indistricabile, debiti e mozioni in attesa di approvazione per le quali anche il voto di un uomo di poco conto come un certo Dave è determinante per avere il quorum. Gli otto accompagnano i testi con una ruvida, nevrotica pantomima accelerata. Sarà l’ultima assemblea dell’Ordine? Chi lo sa. Certo è che in breve tempo – il montaggio del lavoro è serrato e i 90 minuti di spettacolo volano in un soffio – lo scenario prende un’altra piega. Dave, il nuovo sbiadito tesserato, è più o meno costretto a trasformarsi in uno dei personaggi chiave dell’imperdibile Festival dell’Avventura. Il montaggio del lavoro è serrato e i 90 minuti di spettacolo volano in un soffio

DIVENTA il Cavaliere senza nome. Il sipario si apre, una delle danzatrici appare sul palcoscenico in lungo abito bianco, vive in una foresta desolata, è disperata, un cavaliere ha ucciso il suo compagno. È tutta una finzione surreale, i partecipanti all’assemblea riappaiono nelle vesti di cavalieri medioevali, la battaglia con le spade sul Concerto per piano n. 1 di Tchaikovsky è un «tableau vivant»che resta in testa. Ma nulla è mai stabile. L’illuso cavaliere senza nome vuol cambiare il suo copione per salvare il mondo, nella sala dell’assemblea intanto si consumano assoli in lotta con la morte invisibile ma presente, duetti in lifts schiacciati verso terra.

L’ENTRARE dalla fiction medioevale verso la realtà dell’assemblea e viceversa è tragico e esilarante: la danza è un gioco formidabile di linee e di cadute, di pianti e di soprusi. Il povero Dave con elmo in testa fa del suo meglio, ma quel che interessa di lui non è altro che il suo voto. Che importa se sta morendo ferito dall’armatura!
Ed è così che da questa sorta di fantasy si esce con l’impressione che la fiction non sia che una metafora agghiacciante della politica di sempre, in cui i forti del momento sono pronti a tutto pur di restare in sella. Interpreti di levatura per una drammaturgia pu