Visioni

Nel Pantheon underground

Nel Pantheon underground

Storie Un’amicizia che è il racconto di un’epoca, Tonino De Bernardi ricorda Giorgio Piazzano e Ciro Giorgini, Fuori Orario e gli strani incroci a 8 e 16 millimetri

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 29 luglio 2015

Scrivere la storia irregolare. Attori Agenti Testimoni.Caro Giorgio, caro Ciro. Contando battute (vuoti a non perdere), mie ultime volontà, due nomi. Giorgio Piazzano e Ciro Giorgini. Cronache parziali di non-cinema. Incroci. Snodi. Sprazzi di vita sospesi. Lettera a chi di buona volontà. Ne parlo perché 40 anni e più dopo (Dumas20 anni dopo) qualcuno mi chiede di mio undergroundNon sempre ricordano (Patrizia Vicinelli), storia supposta. Giorgio Piazzano, pure lui da Chivasso, Ada o dell’ardore di Nabokov (ma per film e libera vita) fu protagonista del cinema underground a Torino 67-69, col passaggio di Allen Ginsberg che benedisse il nostro (di me e Paolo Menzio) Mostro verde.
Prima guardammo a James Dean gioventù bruciata, Marlon il selvaggio, Jean Seberg santa Giovanna e Godard finché arrivò full immersion Living Theatre. Giorgio sarebbe ora mitico (per me lo è) se lo fosse diventato il nostro underground, come lo fu (e vendibile) la factory di Warhol. E pensare che Taylor Mead, attore di Warhol, a Torino fu il serpente nel Paradiso Terrestre con me e Pia Epremian De Silvestris e Paolo nel Mostro verde, ma il pezzo è perso! Giorgio fu il vampiro nel Mostro e poi nei miei 8mm Vaso etrusco, Bestiario, Sogno di Costantino, con Mariella, Angela e Mario, Luciana, Pia, Gigliola, Mauro, Patrizia, Mara, corpi dipinti e visi disegnati o a colori vari e chioma di stoppa di rubinetto. Non eravamo la Factory, ma anche. Fu in Proussade di Pia, poi protagonista 16mm di Paolo, perduto! Per me il cinema underground fu una deflagrazione che volevo travolgesse anche altri.

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Tra 82 e 84 Giorgio il maestro fa cinema d’invenzione cogli allievi di Casarile, La stirpe dei Dannati, Popoli di Tessaglia,Vampires, tre ardenti super8 in costume. Nell’88 a Roma Ciro Giorgini con Enrico Ghezzi e Marco Melani e altri crea Fuori Orario-RAI 3, di cui Giorgio diventa negli anni appassionato fruitore e grazie a cui pure il mio underground e quello che ho perseguito conquistano visibilità. Marco mi propose subito di fare trailer di film che non c’è ancora e io feci Modi di essere – eroine ed eroi, 7’ e non ci fu mai il film. Per me Fuori Orario rappresenta l’unico zona che ha accolto la mia voce di cinema a parte e le dà continuità.
A Giorgio, nuovo Cavaliere dell’Apocalisse, e a Ciro Giorgini, Mr.Arkadin Orson Welles, nel Pantheon ormai di repubblica ideale, scrivo questa non-lettera, nel nome di chi creò Fuori Orario e di chi lo continuò, seguendolo fedele dall’altra parte dello schermo, dietro e davanti lo specchio. In sottofondo, nostra Patrizia Vicinelli Non sempre ricordano poema epico 1985. – Parte prima.

Lontani dal paradiso. Strada non ancora avvistata. Tuonavano gli spiriti dei dormienti santi -Anche tu, Ciro, sei stato mio attore, avvolto in mantello a Sulmona, notte 2003, 42° 03’ – Latitudini altre. Eri Mr.Arkadin di Welles Rapporto confidenziale. E avrei voluto te anche allora, caro Giorgio, ma eravamo andati altrove a vivere. Per il film io scrissi – In principio c’era una giovane sola con bimba, ma erano tempi cattivi. Passò di lì il principe che era divenuto povero e aveva perso la memoria. – Scrivendoti ora, caro Ciro, io deraglio ancor più. – «Ma cosa faremo poi? Che succederà?» chiede lei a lui, ma non sono i primi due.
Ha anche lui la sua storia e come lei non la racconta; sembra insegua qualcuno, ma è a sua volta inseguito. Sono costretti a scappare. Sulla terra ognuno è inseguito e non sa da chi. E si fugge per lo più da un’altra parte. Intanto la vita corre via. – E ancora, caro Ciro, e tu sai bene, e ancora, aggiungo, caro Giorgio. – Ma cosa faremo poi? Che succederà? – i primi due continuano, io continuo a raccontarti, caro Ciro, tu e Orson Welles. È la prima lettera che ti scrivo, caro Ciro Le cermonie, nuovo film, e caro Giorgio, Passate latitudini, altro film, voi miei attori nella compenetrazione ab imis tra vita e cinema, ognuno con sfumatura diversa nella scala dei temperamenti J.S.Bach Clavicembalo ben Temperato. L’amour fou, La morte dans l’amè, Les Chemins, De La Libertè, Come in uno specchio, dalla Prima lettera ai Corinzi, Paolo di Tarso «Adesso noi vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; allora vedremo faccia a faccia».

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La nostra comune maniera confusa? Come in uno specchio. Allora, caro Ciro, caro Giorgio… – E più in là il fantasma dell’assassinato, alcuni anni dopo, e non lontano l’assassino, ma non sanno l’uno dell’altro… – dice il mio testo, c’è sempre nella vita chi colpisce e chi è colpito, ma questo è solo nello script, sotteso nel film. Continua Latitudini altre tra vivi e morti il delirio… Come in uno specchio Mi appello a voi in nome di tutto quello che è stato ed è e sarà, soprattutto ora che tu Ciro e tu Giorgio. Sopravviene Rimbaud – Avrò dell’oro: sarò ozioso e brutale. Le donne son piene di cure per questi infermi feroci che tornano dai paesi caldi. Sarò immischiato negli affari politici. Salvo – (Cattivo sangue, Una stagione all’inferno 1873). E ancora caro Ciro… m’inghiotte il delirio di nomi e corpi e immagini.

Ed offrono forse protezione quegli amici che si sono legati a noi non in considerazione della nostra virtù, ma della nostra sorte prospera? – scrive Severino Boezio 526 d.C. Consolatio philosophiae, pochi giorni prima di morire condannato. – I have no time. Il tempo la raggiunse. Il tempo finito. Ipotesi introduttiva. – è Patrizia (Vicinelli) eroina errabonda fino allo schianto e fine, parte V caro Giorgio caro Ciro – Innocenti eroici, vagabondi senza pace e senza cibo, nobili in realtà miserabili, tutti in qualche modo infortunati dal destino, ma spesso, per non dire sempre, sublimi… – L’avevo scritto per il tuo film caro Ciro-Arkadin-Giorgini ma non c’è nel film – Lei in realtà è la miglior narratrice di se stessa ma solo per se stessa, guai per qualcun altro! Perderebbe quella che considera la sua integrità, la purezza. «Solo io posso raccontare questo! Sono io sola che l’ho vissuto sulle mie spalle, nessun altro. Sono la testimone prima.» dice a se stessa ogni volta. – Caro Ciro-Mr.Arkadin-Giorgini-Welles. Tu mi apparisti una notte maestoso come il personaggio grandiosamente avventuroso di un film (l’ombra di tuo Orson Welles) e così ti filmai.

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Vi chiedo perdono carissimi Ciro e Giorgio, vi ho qui uniti ma non ho raccontato almeno ora le avventure di cui siete stati capaci (nella vita e dentro al cinema e la sua realtà di parentesi). Infine A ciascuno il suo destino, To each his own, film di Mitchell Leisen 1946, con Olivia de Havilland, Mary Anderson, John Lund, Ronald Culver. Ragazza di provincia si innamora di aviatore. Guardare fare disfare film, ritrovare busta vuota dell’82 dall’estero – Vuota? – Scrivere e rischiare di non farsi capire, ma cos’è vivere e agire senza rischio?
L’avventura del vivere e dello scrivere-filmare, del leggere e dell’uragano. Prima dell’uragano, carissimo Ciro. Domani e dopodomani, carissimo Giorgio carissimo Ciro

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