Una serata affettuosa quella che Le vie dei festival (appena inaugurato, con fitte sorprese per tutto questo mese) ha voluto dedicare a Luca Coppola e Giancarlo Prati, riportando in scena al Vascello Elettra o la caduta delle maschere. Come tutto il teatro di Marguerite Yourcenar, anche quella riscrittura era stata tradotta per Bompiani da Luca Coppola e Giancarlo Prati, regista il primo e attore di Ronconi il secondo, ma entrambi intellettuali raffinati, e votati al culto per la grande scrittrice. Due creature meravigliose uccise, ormai quasi trent’anni fa, nell’estate del 1988, su una spiaggia siciliana, da una mano misteriosa che la giustizia non è mai stata in grado di identificare. Mauro Avogadro, che di loro è stato amico e collega, ha voluto ricreare, con un gruppo di agguerriti giovani attori, quello che fu forse il loro primo spettacolo. E se allora era prevalsa la sorpresa per quel vedere «dall’interno» e con occhio contemporaneo la famiglia degli Atridi, ora quel testo ci appare ancora più lucido e rivelatore, commento ineguagliabile (come il Pilade pasoliniano) a quelli di Eschilo.