Attenzione alle fasce più deboli, salari minimi garantiti, casa, sanità garantita e smart card per l’acquisto dei beni alimentari per i più poveri. La Grecia si è impegnata con le «istituzioni» – come ormai viene chiamata la troika, grazie al nuovo linguaggio imposto dal governo greco – a garantire un equilibrio finanziario del paese, con un occhio di riguardo per le fasce più deboli della propria società.

Nel documento presentato all’Europa, e approvato, Tsipras e il suo governo, pur mettendo alcuni aspetti sociali nella parte conclusiva del documento, hanno riportato tutte quante le promesse elettorali contenute nel «patto di Salonicco».

Buoni pasto, energia e sanità per i poveri, possibile estensione dello schema pilota di salario minimo: queste le misure per affrontare la crisi umanitaria contenute nella lista di riforme greca. Il Governo ha specificato che «la lotta alla crisi umanitaria non avrà effetti negativi per il bilancio». E questo è lo spirito con il quale è stato composto il documento conclusivo, un abile mix tra manovre interne ed esterne, capaci di convincere sia gli europei, sia gli elettori di Syriza.
La Grecia infatti si è impegnata a riformare e razionalizzare la spesa e il funzionamento dello Stato, con una maggior tutela delle fasce più deboli rispetto al passato.
La lista di riforme presentata mette insieme misure fiscali e di spending review a tutele sociali come gli aiuti alimentari alle fasce più deboli. La lettera inviata a Bruxelles in precedenza dal ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis impegnava la Grecia a migliorare il sistema di riscossione fiscale e la lotta all’evasione.
Promessa mantenuta anche nel documento che mira principalmente a combattere l’evasione fiscale, i traffici di contrabbando e la corruzione: queste azioni dovrebbero portare al recupero di 7 miliardi di euro, mentre per quanto riguarda l’Iva si parla di una «razionalizzazione» per massimizzare i ricavi «senza impatti negativi sulla giustizia sociale».
Atene provvederà anche ad una revisione delle spese di tutti i ministeri, che saranno ridotti da 16 a 10. Con I ministeri sono previsi tagli dei consulenti e i benefit di ministri e parlamentari e avvierà una «spendig review in ogni area della spesa pubblica» per «razionalizzare» i ministeri dove la spesa non destinata a salari e pensioni «ammonta a un incredibile 56% del totale».
Nella sanità, il maggior controllo sulla spesa dovrà essere accompagnato dall’accesso universale alle cure. Atene farà della lotta alla corruzione «una priorità nazionale» e combatterà il contrabbando di carburante e sigarette. Per quanto riguarda le banche, il governo greco assicurerà un sano funzionamento degli istituti di credito e collaborerà con loro per evitare la messa all’asta della prima casa per le fasce di reddito più deboli.
Verranno mantenute le privatizzazioni e sarà rinnovato il codice civile. Nel mercato del lavoro si cercherà di bilanciare l’aumento del salario minimo con la salvaguardia della competitività. Infine, per affrontare la crisi umanitaria prodotta dalle misure di austerity, è prevista una smart card per l’acquisto di beni alimentari per i più poveri.
Potrebbero essere previste nuove privatizzazioni, ma il governo «si impegna a non ritirare le privatizzazioni già completate e a rispettare, in base alla legge, quelle per cui è stato lanciato il bando», rivedendo «quelle non ancora lanciate», «puntando a migliorare i benefici a lungo termine per il Governo». Sul mercato del lavoro Atene scrive di impegnarsi a consultare le parti sociali, sviluppare il regime attuale di sostegno temporaneo alla disoccupazione «se lo spazio di bilancio lo permetterà». Il Governo greco farà «un “phase in” di un nuovo approccio intelligente sulla contrattazione collettiva per bilanciare la flessibilità con l’equità. Questo include l’ambizione di aumentare il salario minimo» che però «sarà fatto in consultazione con le istituzioni europee».