La caratteristica della «crescita» celebrata nell’ultimo anno è la moltiplicazione di lavoro povero, a termine e precario. Tanto più cresce il Pil, tanto più gli impieghi sono intermittenti e sotto-pagati. A parità di occupati con il 2008 – a ottobre scorso le persone in attività erano di poco superiori a 23 milioni – le ore lavorate sono inferiori: 21,7 miliardi contro 22,8 di dieci anni fa. Sono aumentati i lavoratori a termine, mentre sono diminuiti quelli a tempo indeterminato. I primi sono passati dal 14% al 19%, i secondi sono calati dall’86% all’81%. In pratica, sono stati sostituiti da contrattisti...