L’umidità scivola nelle stanze disegnate da Portaluppi, il profumo della terra inzuppata di pioggia del giardino s’insinua nella casa; sotto un Sironi scolpito col colore, accanto alle statue di Martini, tra un De Pisis e un Carrà, le opere di Mario Negri sembrano stare come tra vecchi amici. L’atmosfera sospesa, rarefatta, di Villa Necchi Campiglio, amplificata dalla luce debole di novembre, s’accorda perfettamente ai bronzi di Negri che sono come mastabe, come are, come pietre lavorate in un tempo e in un mondo remoto. Quaranta lavori dell’artista valtellinese sono raccolti, fino al 6 gennaio, in Mario Negri. Scultore a Milano....