Nell’ufficio della procura in Bosnia-Erzegovina sono piovute ventidue denunce in dieci giorni, tutte contestano lo stesso reato: aver negato il genocidio di Srebrenica. La prima è stata sporta da Camil Durakovic, ex sindaco della cittadina, teatro della più aberrante pagina che sia mai stata scritta nella storia del secondo dopoguerra in Europa, contro Branimir Djuricic, giornalista dell’emittente pubblica della Republika Srpska (una delle due entità di cui è composta la Bosnia-Erzegovina, a maggioranza serba, ndr). Da appena un giorno era entrata in vigore nel Paese la modifica al codice penale voluta dall’Alto rappresentante dell’Onu, Valentin Inzko, che prevede la reclusione...