Dice il fornaio Lonardo che la sciagura dell’Italia è stata quella camera dell’umidità allestita a Coverciano, dove è stato ricreato artificialmente il clima di Manaus, Recife e Natal, e dove gli azzurri hanno fatto la preparazione atletica a suon di saltelli e skippe. Sostiene compare Lonardo che l’umidità di quella stanza è entrata nelle ossa e nei muscoli dei calciatori della nazionale, rendendoli poco reattivi, e in alcuni di loro il tasso di umidità che si è insediato nelle circonvoluzioni cerebrali è stato così alto da formare veri e propri banchi di nebbia, tali da annebbiare la mente e il corpo.

A suo parere gli azzurri avrebbero dovuto abituarsi al caldo, almeno sarebbero scesi in campo con le ossa asciutte e i muscoli scattanti, come fa lui che in canotta sforna pagnotte di pane e pizze due volte al dì e non avverte mai stanchezza, poi a conferma della sua salute di ferro dice: «Mai un raffreddore o un colpo di tosse».

Il Mastro sostiene che nel ritiro della nazionale c’era troppa confusione, mogli, figli piccoli, suocere e soprattutto veline della tv, Prandelli avrebbe dovuto fare come l’allenatore del Camerun, che ai suoi giocatori per tutto il periodo dei mondiali ha vietato di avere rapporti sessuali e i risultati si sono visti sul campo. Dice il muratore compare Luigi che i calciatori della nazionale sono troppo viziati, soldi, auto di lusso e belle donne, lui sa bene come fargli fare una buona preparazione atletica: su e giù lungo le scale dei palazzi in costruzione a portare sacchi di cemento sulla spalla, altro che boccheggianti sul campo di Recife contro il Costarica, e i calli che si formerebbero non temerebbero morsi di sorta come quello affibbiato a Chiellini dall’uruguayano Suarez.

Compare Giggino, più che per la fuoriuscita dell’Italia dai mondiali, si dichiara dispiaciuto per le dimissioni dell’allenatore Prandelli, definito una persona perbene, gli fa da contraltare il Mastro che definisce l’ormai ex commissario tecnico della nazionale «un buon democristiano, amico di Renzi, il Partito (il Pci, ndr) non li avrebbe mai accettati tra gli iscritti».

Ormai nel Salone, dove le discussioni mirano a guardare avanti, prima che la politica torni centrale nelle animate discussioni quotidiane, si apre il toto Prandelli. C’è chi vede favorito Ranieri e chi Capello, altri vorrebbero Renzo Ulivieri presidente dell’associazione allenatori di A e B, iscritto a Sel, ma sui nomi c’è aria di scetticismo, non li si ritiene in grado di sollevare le sorti della nazionale di calcio.

Poi a compare Lonardo, titolare dell’unico forno a legna d’Europa, viene un lampo di genio «Zeman» dice, mentre gli brillano gli occhi per la trovata, che sembra mettere d’accordo tutti quelli che sono nel Salone «solo lui può individuare i giovani e valorizzarli» conclude salomonico compare Lonardo. «Ma è straniero- obietta qualcuno- non può». Già, cedere alla globalizzazione o mantenere intatte le italiche virtù con i relativi vizi? Nel Salone cala un silenzio zen.