Continua la ricerca di 38 migranti naufragati ieri al largo delle coste della Florida, cominciata quando martedì un marinaio di una nave commerciale ha contattato le autorità dopo aver avvistato una barca capovolta in mare. Che i passeggeri fossero 40 in totale – il cadavere di uno di loro è stato avvistato fra i flutti -, e che nessuno di loro avesse il giubbotto salvagente lo ha detto l’unico uomo che per il momento si è riusciti a trarre in salvo, sopravvissuto sul relitto della barca capovolta. Ma le ricerche potrebbero purtroppo interrompersi presto: «È tragico. Più a lungo rimangono in acqua, senza cibo o acqua, in balia degli elementi – ogni momento che passa è sempre più improbabile che qualcuno possa sopravvivere» ha detto ieri a una conferenza stampa la comandante della Guardia costiera di Miami Jo-Ann F. Burdian.
La provenienza dei migranti che cercavano di raggiungere le coste degli Stati uniti non è nota, ma erano partiti da Bamini, nelle Bahamas, da dove sono soprattutto i migranti haitiani a tentare la traversata verso la costa orientale invece che quella occidentale lungo il confine tra Messico e Usa.

QUELLA verso cui è invece diretta la prima carovana di migranti centroamericani – perlopiù provenienti da Nicaragua e Honduras – del 2022, partita alla volta del confine a metà gennaio. Sono circa 600 le persone in marcia – fra cui famiglie con bambini piccoli spinti nella loro carrozzella – che si sono però divise in gruppi più piccoli lungo il confine con il Guatemala per eludere meglio i controlli della polizia di frontiera. Posti di blocco con centinaia di poliziotti e militari li attendevano però nella provincia guatemalteca di Izabal, e dopo uno scontro fra migranti e forze dell’ordine circa 430 migranti sono stati respinti verso l’Honduras mentre altri sono detenuti in Guatemala, dove il Migration Institute ha comunicato di essere in trattative con loro per un eventuale rimpatrio. Se invece “desiderano” restare nel Paese, hanno comunicato le autorità, dovranno fornire certificati vaccinali o test negativi al Covid-19. In 36 invece sono stati rimpatriati in Honduras, mentre solo 10 hanno avuto l’autorizzazione per continuare il loro cammino.
Lo scorso gennaio la vicepresidente Usa Kamala Harris ha avuto un colloquio telefonico con il presidente guatemalteco Alejandro Giammattei, in cui si è discusso di cooperazione bilaterale per smantellare le reti di trafficanti di esseri umani.