Almeno trenta persone sono morte ieri nel naufragio di un imbarcazione carica di migranti al largo delle coste egiziane. Stando alle autorità del Cairo, a bordo avrebbero trovato posto almeno 600 persone tra uomini, donne e bambini. Molte delle vittime sarebbero donne.

Il naufragio è avvenuto nelle acque al largo di Kafr el-Sheikh nel governatorato di Buhayra. A bordo dell’imbarcazione viaggiavano più di seicento persone dirette in Europa, tra egiziani, siriani sudanesi e altre nazionalità africane. Per tuto il giorno i soccorritori della guardia costiera egiziana hanno lavorato alla ricerca di superstiti riuscendo a mettere in salvo almeno 150 naufraghi, otto dei quali feriti. Tra i cadaveri, 18 sono invece gli uomini, dieci le donne e un bambino.

Secondo l’agenzia Mena il barcone di migranti «era diretto in Italia» ed era salpato dalla città di Kafr el Sheikh, nel Delta del Nilo. L’agenzia cita il responsabile dell’ufficio investigazioni criminali di Behaira, Mohamed Kharisa. «Le ricerche proseguono», ha aggiunto, Secondo il sito del quotidiano Youm7 è stato identificato il proprietario dell’imbarcazione, un cittadino egiziano, che l’aveva affittata per la traversata.

Quest’anno sono circa 206.400 i migranti e i rifugiati che hanno varcato il Mar Mediterraneo, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Tra gennaio e giugno sono più di 2.800 le persone morte in mare, contro i 1.838 dello stesso periodo dello scorso anno. Le partenze dall’Egitto sono riprese negli ultimi mesi e generalmente riguardano soprattutto giovani che cercano di arrivare in Europa in cerca di un futuro migliore al punto da risultare oggi il secondo paese, dopo la Libia, dal quale viene effettuato il maggior numero di partenze. Non a caso la zona di costa di fronte alla quale è avvenuto il naufragio di ieri è una di quelle maggiormente battute dai trafficanti di uomini. Solo due giorni fa 281 migranti di varie nazionalità sono stati fermati mentre cercavano di entrare illegalmente in Egitto.

La guardia di frontiera ha intercettato la maggiora parte di loro, 254, nella regione nord del paese, nei distretti di Rashid e Abu Qi, secondo quanto riferito dal brigadiere Mohamed Samir, portavoce militare egiziano. Gli altri migranti sono stai invece fermati in due distinte operazioni ad ovest, vicino Sallum, al confine con la Libia, e a sud.

Intanto ieri Matteo Renzi è tornato a criticare l’Unione europea sulla questione migranti: «Ha fatto poco nel Mediterraneo», ha detto il premier parlando a New York all’assemblea generale dell’Onu. «Non veniamo dal nulla, veniamo dal mar Mediterraneo, quel Mare Nostrum dove oggi migliaia di persone cercano rifugio, dovremo farci sempre più carico di quell’area del mondo».

Per Renzi alcuni passi avanti sono stati fatti in Libia «ma c’è ancora molto da fare». Il prossimo G7 di taormina per il premier sarà quindi l’occasione per una riflessione comune tra i leader europei. «Sarà incentrato sull’aumento di denari per la cooperazione allo sviluppo e gli investimenti sull’educazione perché il terrorismo arriva anche dalle periferie abbandonate delle città».