Natura e magia, luce e buio, vita e morte, autunno e inverno, primavera ed estate. Una lotta continua che scandisce i tempi delle stagioni con feste, riti, miti, rappresentazioni, processioni, buoni auspici, streghe, lupi mannari, demoni da ostracizzare e scacciare, riflessi di culti plurimillenari del mondo della vegetazione.

IL LIBRO DI DUCCIO Balestracci, Attraversando l’anno. Natura, stagioni, miti (Il Mulino) è animato da figure che spaziano dall’ Imbloc nordico fino all’Egitto, dai culti celtico-germanici fino al piatto siracusano cuccìa (dal greco Kokkia, grano), che si prepara solo il giorno di Santa Lucia, come pure in Puglia, a base di grano, vino, miele, ricotta e altro, frutto dei culti agrari della civiltà cerealicola.

PER L’IMBLOC, IN UN VILLAGGIO esquimese, nel corso di una notte gli adulti si accoppiano liberamente per celebrare la fine del buio e auspicare la rigenerazione della natura, un’usanza che fa il pari con una danza a sfondo sessuale in atto nel Meridione per l’auspicio di una buona primavera

IN ITALIA IL 27 DICEMBRE, giornata che celebra San Giovanni Evangelista, si benediceva una bottiglia di vino con il quale si bagnavano ramoscelli di ulivo da piantare, il mangime degli animali, si curavano i matti e in generale si chiedeva la guarigione dalle malattie. In Grecia, invece, San Giovanni Evangelista si celebra il 18 maggio come protettore delle rose ed è invocato per auspicare una buona produzione di olio di rose. La dodicesima notte dopo il solstizio d’inverno, sia nella cultura celtico-germanica sia in quella cristiana, segna la fine dei giorni bui.

NEL MILANESE IL 17 GENNAIO si accendono fuochi in onore di S. Antonio: «Sant’ Antonio dalla barba bianca se non è gelo la neve non manca» al quale si aggiunge il detto «Sant’Antonio la gran freddura San Lorenzo la gran calura, l’una e l’altra poco dura». La festa Imbloc del primo febbraio, se soleggiata annuncia una primavera fredda e umida, se piovosa vuol dire che sarà una buona stagione. Anche l’Inno dei lavoratori di Gori nella seconda strofa celebra il ritorno alla vita con la primavera: Squilli un inno di alate speranze/ al gran verde che il frutto matura/ a la vasta ideal fioritura/ in cui freme il lucente avvenir.

CON IL SURRISCALDAMENTO globale avranno validità quei detti che hanno segnato stagioni e raccolti per secoli? Il 29 settembre, San Michele, celebra la fine dei raccolti. Sarà vero, viste le temperature estive che ormai si protraggono fino all’autunno? In Scozia la Candelora veniva festeggiata dai contadini con un letto di grano contornato da candele accese, nel rito armeno-iraniano la cenere dei fuochi scacciava le presenze malefiche. Streghe e lupi mannari che abitavano il mondo agricolo venivano tenuti lontani con la celebrazione del Carnevale, animato da giochi e follie per sancire la fine dell’inverno.

IN GIAPPONE GLI YURRI incutevano timore e d’estate si festeggiavano questi esseri sovrannaturali per proteggersi dalle malattie e dalle infezioni. In Finlandia fino al ‘700 nella notte di Pasqua bisognava ascoltare gli animali, che prendevano la parola per una notte, gruppi di contadini finnici in processione passavano per le stalle brandendo felci e croci contro le streghe. Nei paesi nordici la rugiada formatasi durante la notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno, veniva usata per detergere le parti intime quale auspicio di fertilità e buona salute (quell’acqua non era intossicata dalle streghe).

LA STRETTA CONNESSIONE tra natura e magia vuole che quel giorno in Sardegna si prenda l’ alloro con pollice e anulare per tenere lontani dalle case lupi mannari, volpi e demoni. Duccio Balestracci ha il merito di fornire informazioni che hanno un significato storico, sottraendosi a ogni nostalgico folklore. Egli ha ricostruito con la meticolosità dello storico date e riti che hanno scandito le stagioni per secoli. Pur segnato dalla globalizzazione e dalle innovazioni tecniche, il plurimillenario mondo contadino si alimenta ancora di figure mitologiche e tradizioni. Un mondo che manifesta sempre più inquietudine di fronte alle incertezze determinate dal cambiamento climatico.