Natalie Portman ha rovinato al governo Netanyahu i festeggiamenti per il 70esimo anniversario della proclamazione ‎di Israele. L’attrice, regista e produttrice cinematografica israelo-statunitense, ha fatto sapere ‎che non verrà a Gerusalemme a ritirare il Genesis Prize, il Nobel ebraico. A spingerla a fare un ‎passo indietro sono stati, ha fatto sapere, ‎«gli ultimi eventi per lei estremamente dolorosi e che ‎non si sente a suo agio a partecipare ad eventi pubblici in Israele‎». Portman non cita la ‎Striscia di Gaza ma è stato chiaro a tutti che la sua decisione è una reazione alle decine di ‎palestinesi uccisi nelle ultime settimane dal fuoco dei tiratori scelti dell’esercito israeliano ‎dispiegati lungo le linee di demarcazione con Gaza per contrastare la “Marcia del Ritorno”. ‎

‎ L’ira della destra al governo in Israele è scattata immediata. La ministra della cultura Miri ‎Regev ha accusato la Portman di essersi schierata con il Bds, la campagna di boicottaggio di ‎Israele a causa delle sue politiche nei confronti dei palestinesi. ‎«Nathalie, un’attrice ebrea che è ‎nata in Israele, si è unita a coloro che vedono il meraviglioso successo della rinascita d’Israele ‎come “una storia di tenebra e tenebra”‎», ha ironizzato Regev, parafrasando il titolo del libro ‎‎”Una storia d’amore e di tenebra di Amos Oz”, dal quale Portman ha tratto un film da lei ‎diretto. Il deputato del Likud, Oren Hazan, uno degli esponenti di punta dell’estremismo di ‎destra, ha invocato la revoca della nazionalità israeliana all’attrice. «Portman è un’ebrea ‎israeliana che da una parte usa cinicamente le sue origini per far progredire la sua carriera e ‎dall’altra si vanta di aver evitato di essere arruolata nell’Idf (l’esercito)‎», ha commentato ‎Hazan. Per Rachel Azaria, del partito Kalanu, la decisione dell’attrice Usa sarebbe il riflesso di ‎un cambio di atteggiamento degli americani ebrei nei confronti di Israele‏.‏

‎ Portman aveva detto di voler devolvere i due milioni del Genesis Prize ad associazioni ‎delle donne e, stando a quanto riferito ieri sera dal quotidiano Haaretz, non restituirà la ‎somma. ‎