«Fumo, solo fumo». Usa un linguaggio fuori dal cerimoniale Giorgio Napolitano per rispondere al «Corriere della Sera» che ieri, anticipando l’ultimo libro di Alan Friedman «Ammazziamo il gattopardo», rivela come già nell’agosto del 2011 il capo dello Stato avrebbe sondato Mario Monti per capire la sua disponibilità a sostituire Silvio Berlusconi alla guida del governo. Rivelazioni che naturalmente incendiano Forza Italia, che vede la prova di un presunto complotto contro il Cavaliere, al punto da arrivare ad allearsi con Beppe Grillo nella richiesta di impeachment discussa proprio ieri dal Comitato per i procedimenti d’accusa.

Per il capo dello Stato di tratta invece solo di invenzioni, e in una lettera al «Corriere» spiega: «L’interpretazione che si pretende di darne in termini di ‘complotto’ è fumo, soltanto fumo», «tutti dovrebbero ricordare circa i fatti reali che costituiscono la sostanza della storia di un anno tormentato».

Ma l’incendio è ormai divampato. E se Silvio Berlusconi evita di rilasciare commenti, i suoi vanno all’attacco del Colle a testa bassa. «Napolitano non fu un arbitro ma un giocatore», è l’accusa della portavoce degli eurodeputati azzurri Licia Ronzulli, mentre Luca D’Alessandro accusa il presidente della Repubblica di essere stato «ubbidiente ai diktat della Merkel«.

Dura anche Anna Maria Bernini, vice presidente dei senatori: «Finalmente la verità è venuta a galla – accusa – Già nell’estate 2011 erano in atto manovre sotterranee contro la democrazia».

A difesa del capo dello Stato interviene direttamente Enrico Letta, che in una dura nota punta il dito «sulla contemporaneità di queste insinuazioni con il tentativo in corso da tempo da parte del M5S di delegittimare il ruolo di garanzia della presidenza della Repubblica. A questi attacchi – mette in chiaro il presidente del Consiglio – si deve reagire con fermezza». Sulla stessa linea anche il segretario del Pd Matteo Renzi che bolla come «inaccettabile l’attacco in queste ore contro il presidente Napolitano».

Dice la sua anche il diretto interessato, Mario Monti. In un’intervista al Tg1 l’ex presidente del consiglio spiega la sua versione dei fatti e difende Napolitano: «Mi aveva fatto capire – ha spiegato – che in caso di necessità dovevo essere disponibile. Ma è assurdo che venga considerato anomalo che un presidente della Repubblica si assicuri di capire se ci sia un’alternativa se si dovesse porre un problema».