In un quartiere popolare alla periferia di Tbilisi negli anni successivi al crollo dell’Unione Sovietica e alla dichiarazione di indipendenza della Georgia, c’è un istituto per bambini «ritardati», in realtà orfani abbandonati, che ora raccoglie anche figli di profughi e migranti, dopo che la guerra georgiano-abcasa ha provocato ulteriori sconvolgimenti nelle martoriate contrade del mondo caucasico post-sovietico: è in questa ambientazione che si svolge il romanzo Il campo delle pere della giovane scrittrice e regista georgiana Nana Ekvtimishvili (traduzione di Ruska Joroliani, che arricchisce il testo di note esplicative e una vivace postfazione non priva di riferimenti autobiografici, Voland, pp....