Myss Keta come pochi in Italia gioca con il pop mirando alto ma non disdegnando cadute vertiginose (e volute) verso il basso. Tendenzialmente è una rriot girl piena di auto-ironia: ascoltate l’intro dell’eroina trans Elenoire Ferruzzi, guardate la foto di copertina «omaggio» a Valeria Marini diretta da Bigas Luna mentre il titolo occhieggia Tinto Brass. E poi ritmi vorticosi, sonorità ossessive ma con punte di inusitata ricerca (Battere il ferro finché è caldo) e produzione a la page (Main bitch). Ospita Mahmood, Gemitaiz, Thiele e perfino Wayne Santana della Dark Polo Gang. Così inafferrabile, Myss Keta…