Per cogliere fino in fondo il senso di questo disco, occorre sapere che la violoncellista e cantante Naomi Berrill è nata in Irlanda, ma ha fatto della Toscana la sua patria di adozione. Questo può in parte spiegare le atmosfere dei dieci brani dedicati al tema centrale dell’acqua, nei quali si amalgamano il folk delle origini di Naomi, tratti barocchi, sussurri jazz, tocchi di pop autoriale. Ciò che più affascina nei quaranta minuti di ascolto è l’uso studiato della voce unita al violoncello. Dal felice connubio scaturiscono timbriche cristalline e sottili. Musica liquida, tutta da sorseggiare.