È morto mentre stava lavorando da solo Fabrizio Fabbri, giovane manovratore delle Ferrovie, travolto da una motrice durante le fasi di allestimento di un convoglio per il trasporto locale. La tragedia notturna, sui binari della stazione di Santa Maria Novella, riaccende le mai sopite polemiche sulla perdita di sicurezza sui binari italiani. Confermata dallo scontro fra il gruppo Fs e le organizzazioni sindacali, confederali e di base: «Ancora una volta e in questa triste circostanza – denunciano i sindacati che ieri hanno scioperato per due ore – vogliamo segnalare lo stato di difficoltà, dovuto principalmente alla mancanza di personale, per cui sono già in corso da tempo delle vertenze».

La presa di posizione di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Fast e Orsa è in sintonia con le osservazioni di Ezio Gallori, memoria storica dei macchinisti: «Per fare operazioni simili una volta c’erano delle squadre di operai, ora c’è solo il singolo addetto. E il ragionamento si può allargare alle altre attività del trasporto ferroviario. Compresa la segnalazione del passaggio dei treni. Non si può fare affidamento sulla sola tecnologia. Soprattutto non si possono fare le nozze coi fichi secchi». Perché i risultati, certifica l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, sono terribili: i report del 2011 e 2012 (ad aprile arriverà quello del 2013) segnalano 108 incidenti «gravi» in entrambe le annate, con 69 morti e 40 feriti nel 2012, e 65 morti e e 34 feriti nel 2011.

Fra le 69 vittime del 2012, puntualizza l’Ansf, 66 sono automobilisti o pedoni travolti da un treno in movimento. Nell’elenco anche i (non pochi) suicidi. Resta il fatto che il tributo di sangue è altissimo. E fra gli addetti diretti o in appalto di Fs, dal 2005 ad oggi Fabrizio Fabbri, sposato e con un figlio piccolo, è la 24/a vittima nei cantieri o nelle stazioni. Quasi tutti travolti dai treni, come nell’ultimo incidente mortale dell’aprile scorso alla stazione Tiburtina di Roma.

Dalle prime ricostruzioni della Polfer, verso la mezzanotte di domenica l’operaio stava spostando la motrice dal deposito al binario locale 2. Trovando il semaforo rosso è sceso sulla massicciata, forse per togliere manualmente lo stop di protezione del binario all’ingresso in stazione. Il locomotore si è però messo in movimento, travolgendolo. Per finire poi la corsa, deragliando, sul binario morto dove è stato deviato proprio grazie allo stop di protezione. Le indagini della Polfer e del pm Filippo Focardi, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, dovranno chiarire se il manovratore dovesse scendere o meno; se la manovra dovesse essere compiuta da una o più persone; e se la tragedia sia stata provocata da un malfunzionamento dei sistemi di sicurezza o dal mancato innesco del freno Scmt.

«Inspiegabilmente – fa sapere Trenitalia – risulta che il sistema di sicurezza (Scmt) non risultava inserito». Il pm Focardi ha sequestrato la motrice e acquisito i report delle centraline sugli scambi, i report di bordo, e la docum[/ACM_2]entazione sulla manutenzione del locomotore. Inchieste aperte anche da Fs e dal ministero dei trasporti, che si associano al cordoglio generale per la morte dell’operaio. Ennesima vittima, denunciano ancora i sindacati, di «eventi spesso dalle dinamiche incomprensibili, dovuti in gran parte agli effetti di una riorganizzazione aziendale, a volte farraginosa ed improvvisata». Solo pochi giorni fa, a Vicchio del Mugello dove Fabbri viveva, un pendolare era stato travolto e ucciso da un treno mentre stava attraversando i binari. In una stazione senza sottopasso.