Non sapete con chi schierarvi nel conflitto israelo -palestinese? Siete stanchi di stare in ansia in attesa che l’Iran ci mandi una e-mail o un tweet come preavviso di una bella bomba atomica? Indecisi tra un colbacco alla Putin o il copricapo all’ayatollah Khomeini? Siete distrutti dalla fine dei Ferragnez? A tutto questo c’è una soluzione: contro il logorio della vita moderna scegli Tom Waits. Anno 1999, viene pubblicata un’opera maestosa, che ha come titolo Mule Variations. Un ciclone, alla pari di quello che sconvolse la vita di Dorothy, nel meraviglioso mondo di Oz. Ed a proposito di meraviglie, e di maghi, perché di questo si tratta, il mago Tom Waits restituisce alla musica, e consegna ad essa, cervelli e cuori e coraggio. Sono passati esattamente 25 anni e in 25 anni, è cambiato il mondo, cambia l’esistenza delle persone, però Mule Variations, rimane l’album che già 25 anni fa era 25 anni avanti e forse lo sarà ancora per molto. Tutto lo sconvolgimento musicale in un album solo: Tom Waits è blues, rock, pop, horror, teatro, giostra, bidone della spazzatura abbandonato e mondo da riciclare, quartiere malfamato e scintillio del Sunset Boulevard, Tom Waits è prostituzione e moglie fedele, Tom Waits in Mule Variations è neonato e anziano, è il sangue e il vino, è un album che rappresenta tutti i paradossi e i contrasti della vita.

TALMENTE VARIO, talmente ampio, tanto che da una traccia all’altra è come passare da un artista all’altro, perché varia voce, varia indole, varia il campo di grano dove sostare, ma che in tutto questo variare indossa sempre lo stesso cappello e lo stello cappotto. La scrittura di Tom Waits è roba da narrativa spessa, non pinco pallo alla cantautore. Nemmeno Antonio Vivaldi, che pure di Dio ne capiva e ne sapeva, sarebbe potuto arrivare così tanto vicino a quel Gesù tanto amato e chiacchierato come avviene in Chocolate Jesus, parodia e assoluzione di un credente peccatore. E poi Hold On, Picture in a frame, Take it with me, quel bisogno sconfinato di amore eterno, che sia assoluto, più della vita stessa e della morte. L’amore è come una matrioska: «In un una nazione c’è una città, in questa città c’è una casa e in questa casa c’è una donna, e in questa donna c’è un cuore che io amo».Blues, rock, pop, horror e trash, un campionario di stili in un lungo viaggio musicale

E poi Filipino Box Spring Hog, esattamente dal minuto 1:23, in un solo momento Tom Waits ci divora, ci sputa, ci raccoglie, ci ripulisce e ci riporta esattamente da dove siamo venuti: dal nulla. E da questo nulla che si capisce perché in tanti non sanno nemmeno chi sia Tom Waits, ed ecco perché contro il logorio della vita moderna scegli Mule Variations, scegli Tom Waits!