Si potrebbe pensare «sì, però questo è ciò che spinge il progresso». Se sogniamo che se l’economia continui a crescere all’infinito, il mondo non resisterà. Perché? Perché siamo 7 miliardi e mezzo e in breve saremo 9 miliardi. L’economia è cresciuta dal 1950 ad oggi di 50 volte e nei prossimi 50anni dovrebbe crescere 200 volte! Per essere chiaro: stiamo costruendo una gigantesca padella per friggerci tutti dentro.

Il pericolo di un olocausto ecologico

Trenta anni fa gli uomini di scienza ci raccontavano quello che accadeva e le cause e quello che dovevamo fare per frenare questo, ma disgraziatamente non è stato possibile frenare gli interessi che muovono il mondo.

E vorrei che anche i giovani si preoccupassero per quello che potrebbe accadere e che sta accadendo nel mondo alla natura. Se i ghiacciai dell’Antartide e lo strato di gelo siberiano continuano a sciogliersi e l’altopiano del Tibet continua a perdere acqua, si può creare una fuga di anidride carbonica e metano che renderebbe irreversibile tutto questo processo di riscaldamento. Non lo dico io, lo dice la scienza contemporanea. Eppure gente potente dice che non sta accadendo niente.

La mia generazione visse il pericolo della guerra atomica, i giovani vivranno con il pericolo dell’olocausto ecologico: innalzamento del livello del mare, sparizione di città, solo tra 50 anni. Per questo bisogna adottare una mentalità contadina di cura dell’acqua, della natura… rendersi conto che quello che ci stiamo giocando è la vita.

Per questo sono qui. Mai, mai l’uomo ha avuto tanto come oggi, mai ha avuto strumenti a disposizione come oggi, non ha mai avuto il potere che detiene nei nostri giorni, e tuttavia non lo utilizziamo per correggere i disastri che abbiamo causato all’ambiente. È come se fossimo ciechi.

Approfondite, discutete e diffondete più che potete questi argomenti. Informatevi, le informazioni ci sono.

Da dove attingere?

Abbiamo un’arma più vicina del Palazzo d’Inverno su cui agire, qualcosa di più vicino e potente: le nostre menti e le nostre coscienze. C’è una rivoluzione possibile nella testa di ognuno per costruire una nuova umanità. Dobbiamo agire perché ognuno sia cosciente che il mercato ci toglie la libertà. Non dobbiamo agire per comandare ma perché le persone diventino padrone di loro stesse.
Il cooperativismo può fare grandi cose.

Sicuramente sono stato una contraddizione anche nel mio Paese. Però la mia è soprattutto una filosofia di vita. Il problema è che viviamo in un mondo nel quale si crede che colui che trionfa debba possedere tanto denaro, avere privilegi, una casa grande, maggiordomi, tanti servitori, vacanze extralusso. Mentre io penso che questo modello vincente sia solo un modo idiota di complicarsi la vita. Penso che chi passa la sua vita a accumulare ricchezza sia malato come un tossicodipendente, andrebbe curato.

Molto di ciò che dico viene da quegli anni di isolamento in carcere. Non sarei quello che sono oggi: sarei più futile, più frivolo… superficiale.

Mi è successo di tutto nella vita. Sono rimasto per sei mesi con le mani legate con un filo di ferro dietro la schiena. Non riuscire più a trattenerla e quindi defecare in un camion nel quale ero rinchiuso da due o tre giorni. Restare due anni senza che mi permettessero di lavarmi, riuscire a lavarmi con una tazza d’acqua e un panno.

Mi è successo di tutto.
Però non odio nessuno. E vi chiedo di trasmettere ai giovani di dire sempre grazie alla vita, perché avere successo nella vita non è vincere ma alzarsi in piedi e riprendere dopo ogni caduta. Grazie, molte grazie.

Questo testo è frutto dell’incontro di José Mujica con gli operatori di Cnca Lazio a Grottaferrata nel 2018 (presso coop Agricoltura Capodarco); alcune frasi che lo integrano sono tratte da https://www.pressenza.com/it del 31.03.2020, dal film «Una vita suprema» e da altri siti internet.

L’autore della lettera

José Mujica, ex Presidente dell’Uruguay (2010 – 2015). Attivista guerrigliero del MLN Tupamaros più volte arrestato, dopo il colpo di Stato militare del 1973 fu trasferito in un carcere militare dove rimase rinchiuso per quasi 12 anni, la maggior parte dei quali passati in completo isolamento in un braccio ricavato da un pozzo sotterraneo. Leader del Movimento di Partecipazione Popolare (MPP), raggruppamento maggioritario del Fronte Ampio fu letto Presidente dell’Uruguay dal 1º marzo 2010 al 1º marzo 2015. Nell’immaginario mondiale è l’uomo della sobrietà e della rivoluzione felice. «L’ultimo eroe» della nostra epoca, come lo ha definito il regista Emir Kusturica. Il 20 ottobre 2020, con le dimissioni dal Senato, ufficializza il suo ritiro a vita privata.