La pubblicità è l’anima del commercio. Se Alitalia si affida anche allo chef più «importante» del paese per promuoversi, e Antonino Cannavacciuolo il video lo buca eccome, mister Ryanair Michael O’Leary continua a proporsi come il salvatore dell’ex compagnia di bandiera. Confermando che il suo interesse è prendersi solo una parte del settore «aviation», circa 90 aerei di una flotta che ne comprende un’altra quarantina: «Il nostro focus è sul lungo raggio – ribadisce l’ad di Ryanair – che è il vero core business di Alitalia e ha un grande potenziale. Manderemo entro fine settembre la proposta vincolante ai commissari».
Niente di nuovo sotto il sole. Già a fine gennaio O’Leary aveva proposto all’Alitalia ancora targata Etihad una strategia di interconnessione tra rotte locali e intercontinentali. In quell’occasione non erano mancati strali contro le big del settore, puntualmente ripetuti ieri: «Lufthansa o Air France non vogliono che Alitalia cresca, la vogliono usare solo per portare traffico a Francoforte o a Parigi. Ryanair offre crescita e speranza per il futuro, loro offrono solo fallimenti».
Quanto alla ricetta per dare «crescita e speranza», O’Leary ha detto la sua senza giochi di parole: «Per rilanciare Alitalia saranno necessarie riforme significative, ci saranno perdite di lavoro indipendentemente da chi compra la compagnia, riforme delle inefficienze, e nuove relazioni con gli aeroporti». Ancora: «Con noi dovranno cambiare molte cose, se gli addetti vogliono stare in Alitalia con Ryanair dovranno lavorare duro, ma avranno sicurezza dell’impiego, nuovi aerei e nuove rotte».
Questa volta il governo è stato zitto, dopo che la scorsa settimana era stato escluso lo «spezzatino». Peraltro il bando di gara approvato dal Mise di Carlo Calenda già offre la possibilità di acquistare il solo settore «aviation», esternalizzando l’«handling» (carico e scarico merci, assistenza a terra). Fatto che ha provocato la reazione dell’Usb, che prima ha risposto all’ad di Ryanair: «O’Leary impari a confrontarsi con i suoi dipendenti, prima di aprire bocca su Alitalia. Non può scegliere, come si fa al supermercato, il pezzo migliore». A seguire una nitida fotografia dello stato delle cose: «Mentre i governi di altri paesi europei entrano nelle vicende che riguardano i propri interessi industriali, il governo italiano continua a proporre privatizzazioni fallimentari». E ancora. «Dei 29 miliardi di valore del mercato del trasporto aereo italiano, solo un misero 15 per cento va a imprese nazionali. Alitalia incassa circa 3 miliardi. Il governo dovrebbe riappropriarsi del valore di questo mercato per dare lavoro, invece di guardare a compagnie come Ryanair, che di questo paese calpestano anche le basilari leggi di democrazia e rappresentanza». Intanto, secondo il settimanale Panorama, fra le offerte per Alitalia ci sarebbe anche quella di una cordata di dipendenti.