Ad appena una settimana dalla scadenza del voto europeo, a Roma scendono in piazza i movimenti in difesa dei beni comuni. Non a caso la manifestazione si inserisce nel calendario degli European days of action, dieci di giorni di mobilitazioni su scala continentale apertasi lo scorso giovedì a Bruxelles con la contestazione dell’European Business Summit.

A lanciare l’idea di una rinnovata necessità di riempire le strade. il Forum dei movimenti per l’acqua bene comune, che ha raccolto poi attorno a sé comitati, collettivi, sindacati, associazioni, tutti assieme per una piazza di opposizione al governo Renzi e all’austerity. L’idea è quella di lanciare una nuova stagione di conflitto in difesa dei beni comuni minacciati dalle privatizzazioni, che se da una parte vengono imposte dal rigore di bilancio per far quadrare i conti, dall’altra sono il nuovo terreno di espansione del capitale finanziario in cerca di terreni vergini. Così nel mirino finiscono le aziende pubbliche, da quello che rimane delle partecipazioni industriali alle aziende locali che si occupano di trasporti, rifiuti, acqua, fino alla sanità e al welfare. Per questo nel mirino dei manifestanti c’è proprio la Cassa Depositi e Prestiti che il governo vuole usare proprio per le operazioni di privatizzazioni, mentre i movimenti chiedono che la Cdp serva al suo scopo originario, e quindi possa finanziare gli enti locali, progetti di riconversione ecologica e buona occupazione.

La piattaforma della manifestazione non si ferma però alla difesa dei beni comuni e al «no» alle privatizzazioni, ma delinea un vero e proprio programma di opposizione «dal basso e da sinistra» a Renzi e alle larghe intese, in casa e in Europa: no al patto di stabilità e al pareggio di bilancio, stop al TTIP (il trattato di libero commercio che Usa e Ue stanno negoziando), no alla precarietà del jobs act e ai piani per le grandi opere, estensione della democrazia.

Ad aprire la manifestazione saranno proprio i comitati per l’acqua bene comune che dal giugno 2011, dopo la straordinaria vittoria referendaria, ottenuta nonostante l’ostilità o l’indifferenza di quasi tutto l’arco parlamentare, non hanno mai smesso di battersi per l’applicazione di quel risultato referendario tutt’ora disatteso. Comune per comune, picchetto antidistacco per picchetto antidistacco, tra raccolte firme e iniziative legislative locali il popolo dell’acqua ha continuato, a volte in maniera carsica la sua battaglia.

Ci saranno poi i comitati contro il Biocidio, da Napoli e la Terra dei fuochi fino all’Abruzzo e il Lazio, che proprio ieri hanno dato vita ad una giornata di mobilitazione nazionale con flash mob e azioni dislocate, che hanno visto in Campania occupazioni, presidi e iniziative in più di trenta comuni. I No Grandi Navi di Venezia arriveranno in tanti per la salvaguardia della Laguna e per lanciare la mobilitazione nel capoluogo veneto per il prossimo 7 e 8 giugno, così come arriveranno i No Muos e i No Expo. I movimenti per il diritto all’abitare che continuano a non dare tregua al governo Renzi e al suo piano casa, che di fatto è una dichiarazione di guerra agli occupanti di case a cui non vuole far prendere la residenza e staccare le utenze.

Uno spezzone sarà invece caratterizzato dal tema del diritto alla città e della cultura come bene comune, animato dalle rete dei teatri occupati che con il loro manifesto «Il movimento fa bene» hanno annunciato azioni comunicative lungo il corteo. Davanti ai teatri sfileranno i vessilli dell’Europa con il jolly roger chiamati a raccolta da un appello firmato dai comunardi del vecchio continente: «L’Europa è per noi lo spazio minimo di azione politica dei movimenti nonché il luogo di individuazione, fisica e politica, del nemico da combattere.- scrivono – Non c’è lotta che possa vincere rimanendo confinata all’interno degli Stati nazione».

A sfilare anche il sindacalismo di base, Cobas e Usb, gli studenti di Link e della Rete della Conoscenza, ma anche la Lista Tsipras che sarà in piazza con molti dei suoi candidati e i partiti che la sostengono.