Niente fa più male della realtà. Lo scandalo del Mose ha riportato Renzi e il suo Pd con i piedi per terra dopo l’ubriacatura elettorale. L’uomo del fare non sa che fare. Si dibatte tra la necessità di agire presto e l’impossibilità di muovere un passo. Due giorni fa il governo avrebbe per lo meno dovuto definire i poteri del supercommissario per Expo Cantone e invece ha rimandato tutto. Per questo Renzi si è dovuto di nuovo rifugiare nella politica degli annunci. Ieri ha detto che non è il momento degli “spot”, ma di “riforme strutturali”. E’ il nuovo ritornello con cui il presidente del consiglio più veloce della luce giustifica le sue battute d’arresto. Ma siccomesi questo non è il suo personaggio ha subito rilanciato. Ha annunciato un provvedimento ad hoc già venerdì prossimo per riprendere le raccomandazioni Ue su processo amministrativo, giustizia e corruzione. Un po’ pochino. Ha promesso di definire i poteri di Cantone entro una settimana. Un po’ tardi. Tanto più che il rapporto con il super commissario resta burrascoso: “Non è un super pm o un uomo dotato di super poteri che risolve tutto. Sono vent’anni che in Italia diamo i superpoteri e sono vent’anni che la corruzione cresce”. E infine l’ha sparata grossa: riforma della giustizia entro giugno con tanto di norme durissime contro corrotti e corruttori. E’ il Daspo per i politici e gli imprenditori, chi è condannato, dice Renzi, non deve più potersi avvicinare agli appalti pubblici. Un’idea che non dispiace neppure al presidente del Senato Piero Grasso secondo cui la corruzione va combattuta con gli stessi strumenti con cui si combatte la mafia e vanno aboliti i vitalizi ai politici corrotti.

Quali politici? Anche quelli del partito di Renzi. E’ un altro tormentone del premier segretario, costretto a fare i conti con chi dentro al Pd continua a farsi beccare con le mani nella marmellata. “Se c’è nel Pd chi ruba va a casa a calci nel sedere – ha tuonato – Non c’è Pd o non Pd, ci sono ladri e non ladri. Non esiste il giochino noi e loro”. Una sfuriata che gli deve essere pesata e che presta il fianco al facile attacco di Beppe Grillo dal suo blog: “Va bene abbassare i toni e riconoscere i propri errori, ma quando è troppo, è troppo. Farsi prendere per il culo come se dovessimo scontare una condanna a vita da cornuti e mazziati è troppo. Quando, dopo gli scandali, Renzie afferma che il problema della corruzione sono i ladri, non le regole è troppo. Ma i ladri stanno (anche) nel tuo partito, li avete fatti eleggere voi, avete dovuto aspettare la magistratura per allontanarli a calci?». La corruzione altrui per i Cinque stelle è più curativa del Maloox.