È morto un mito del rock’n’roll, Jack Ely, a 71 anni dopo una malattia che non aveva voluto conoscere per tenere fede alle sue «convinzioni» religiose. Un mito sconosciuto al grande pubblico ma fondamentale per la storia del genere. Perché è stato proprio lui a incidere e a portare al successo – insieme alla band dei Kingsmen di cui era il frontman, Louie Louie, uno dei pezzi rock dall’alone leggendario e più coverizzati dai mille strascichi polemici. Buffo perché in origine Louie Louie era tutto meno che rock, un brano dalle cadenze calypso scritto ed eseguito da Richard Berry (le cui radici affondavano nel doo-wop) nel 1957 – quindi sei anni prima della sua esplosione nelle hit – e diventato un successo limitato però all’Oregon. E non è finita, perché il rock è tutto un fiorire di leggende e occasioni mancate, la band aveva deciso di rifarne una versione ma strumentale e solo all’ultimo momento Ely decise invece di ricantarlo.

Una pessima performance condita di errori nel testo e problemi in fase di registrazione, eppure quello stravolgimento rock della calypso song originale costruito su tre accordi, è diventata la traccia madre del garage rock di lì a venire. La cupa e ruvida versione di Ely e soci ha conosciuto una interminabile sequenza di rifacimenti da parte di artisti quanto mai lontani tra loro per stile e sensibilità: da Otis Redding ai Beach Boys e i Beatles, passando ai Blondie, Clash, Iggy Pop e in tempi recenti una scintillante cover di Bruce Springsteen.

Louie Louie venne perfino proibita nell’Indiana, quando una ragazza pensò di udire versi osceni, rallentando la velocità del disco. Ne ne parlò alla madre che informò il governatore in una catena assurda arrivata alle orecchie dell’Fbi che indagò, ovviamente senza ricavarne nulla di penalmente rilevante.

Semplicemente, il microfono dello studio di registrazione a Portland era stato collocato sul soffitto così da costringere Ely a urlare più che a modulare la voce. Ma ormai era leggenda. Ely lasciò i Kingsman poco dopo l’incisione del brano e tentò – invano – di rientrare nella band quando Louie Louie esplose. Invano. Coltivò sempre la passione per la musica – anche se per sbarcare il lunario era diventato allevatore di cavalli – e nel 2012 pubblicò un album gospel, ovviamente ispirato alle sue nuove convinzioni religiose…Nel