«Lavorare non è morire». Con una lettera senza molti precedenti, Sergio Mattarella bacchetta la ministra Marina Calderone chiedendo di «fare di più» contro la strage quotidiana sui luoghi di lavoro. Il capo dello stato che andò immediatamente a Brandizzo a deporre una corona di fiori per i cinque operai falciati alla stazione, torna a far sentire la sua voce forte e decisa, “commissariando” un governo Meloni quasi inerte sull’argomento. «I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza», tornando ad ammonire sulla necessità di garantire la sicurezza sul lavoro, un cultura che «deve permeare le istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro». Perché «madri, padri, figli, finito il proprio turno, hanno il diritto di poter tornare alle loro famiglie».

Ma le vittime continuano a aumentare con una media giornaliera immutabile: tre ogni giorno. Secondo gli ultimi dati dell’Inail – sottostimati per molti esperti – nei primi sette mesi dell’anno le denunce di infortunio sono state 344.897, di questi 559 sono stati i casi mortali.

Un bollettino tragico purtroppo in costante aggiornamento. Da Nord a Sud della penisola. Solo nelle ultime 24 ore si contano altri tre infortuni mortali: un agricoltore ha perso la vita in un incidente con il trattore a Bolzano. Un operaio di 48 anni è morto a Lamezia Terme dopo essere precipitato dal tetto di un capannone dell’area industriale ex Sir. Un operaio cinquantenne è morto cadendo da un ponteggio in un cantiere edile a Scala Torregrotta, in provincia di Messina.

Una strage che va fermata, chiede il presidente della Repubblica. Rispettando le norme di sicurezza, puntando sulla prevenzione e sulla formazione. Aumentando i controlli e intercettando le irregolarità, ruolo in capo agli ispettori a cui si rivolge Matterella «per contrastare una deriva che causa troppe vittime». Perché «non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza», scrive il capo dello stato nel messaggio inviato alla ministra del Lavoro. L’occasione è l’inaugurazione del corso di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro per 800 nuovi ispettori tecnici, assunti negli ultimi tre mesi all’Ispettorato nazionale del lavoro. A capo del quale Calderone ha sostituito l’ex magistrato Bruno Giordano con Paolo Pennesi. Calderone prova a rispondere: «Il numero degli ispettori dovrà aumentare». Peccato che il governo abbia ben altre priorità: nessun decreto sui morti sul lavoro, taglio delle risorse.