Il fatto è avvenuto sabato mattina ma soltanto da ieri è assurto alle cronache e diventato caso politico. Chi c’era racconta che il senatore Nicola Morra, presidente della commissione antimafia espulso dal Movimento 5 Stelle per aver votato in dissenso dal gruppo sulla fiducia al governo Draghi, si è presentato alla centrale operativa dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, sua città di adozione e collegio elettorale, dando vita ad una concitata protesta.

Morra si è lamentato dell’impossibilità di contattare per telefono il centralino e prenotare la vaccinazione, pare citando il caso di persone a lui vicine. Solo che da almeno un giorno la macchina dei vaccini calabrese, in effetti fanalino di coda tra le regioni anche su questo fronte, si era spostata su una piattaforma telematica che peraltro pare incominci a macinare appuntamenti e fornire le prime risposte. Dunque, il numero di telefono cui faceva riferimento il senatore ex 5S non era più attivo, questo il motivo del silenzio. Eppure Morra per quasi un’ora ha catechizzato con enfasi i medici presenti, la gran parte dei quali giovanissimi appena laureati, in attesa di specializzazione e impegnati in prima linea sul fronte del Covid. Al momento del blitz, c’erano anche i sanitari reduci dal turno di notte. E c’era Mario Marino, direttore del dipartimento di prevenzione, che ha accusato un malore e si è fatto refertare 30 giorni di prognosi. Gli agenti della scorta del politico hanno anche chiesto i documenti ad alcuni dei presenti.

Morra vive giorni particolari, in attesa di sapere se la sua epurazione dai 5 Stelle verrà confermata. Si difende così: «L’ispezione è una prerogativa di un parlamentare, penso sia dovere di qualunque rappresentante delle istituzioni provvedere affinché il diritto alla salute venga rispettato anche in Calabria». Il centrodestra ne chiede le dimissioni. Il renziano Ettore Rosato, ironizza: «Dal parlamento che doveva essere aperto come una scatoletta di tonno a ‘Lei non sa chi sono io!’». Franco Mirabelli, capogruppo del Pd in commissione antimafia, è durissimo: «Se fosse confermato sarebbe molto grave. Usare il proprio ruolo, e addirittura la scorta, per sollecitare interventi che nulla hanno a che fare col proprio mandato è un abuso inaccettabile». Per Giorgio Trizzino, del M5S, «nessuno ed ancor meno chi ricopre cariche pubbliche, può permettersi atteggiamenti intimidatori o arroganti nei confronti dei medici». In soccorso del senatore arrivano i grillini dissidenti di L’Alternativa C’è. E in serata Beppe Grillo dal suo profilo condivide il video con il quale Morra fornisce la sua versione dei fatti.