Guardando la copertina di Musica per cuccioli adulti, il primo libro mai realizzato da Ben Montero, si potrebbe pensare a una pubblicazione per ragazzi, un volume illustrato zeppo di animaletti antropomorfi e piccole gag catturate dalla vita di tutti i giorni. In realtà, questa raccolta di storie scritte e disegnate dall’autore australiano va ben oltre il colpo istantaneo provocato da un «racconto goccia», lasciando nel lettore un sentimento di struggente profondità. Qualcosa di simile all’effetto della musica di Nick Drake, uno dei punti di riferimento creativi di Montero, capace di comporre brani di bellezza abbagliante e allo stesso tempo di toccante malinconia. In queste tavole, spesso colme di colori saturi, è come se la mente di un ragazzino si scontrasse con la complessità e le vicissitudini della vita adulta, con lo stress e l’instabilità del mondo contemporaneo, ma anche con il conforto degli affetti e il mistico piacere delle piccole cose.

Pervaso da una componente di psichedelia spinta e da un approccio ora giocoso, ora meditabondo, l’universo a fumetti di Montero gira attorno alle vite di Froggy la rana, Bighead il pulcino, Crocko il coccodrillo e tante altre bestiole, perse in un turbine emotivo e temporale quasi onirico. Alcune di queste microstorie – quasi sempre lunghe non più di quattro vignette – sembrano arrivare dalla memoria di un adolescente, altre dalle esperienze di un single impenitente, alcune raccontano momenti di felicità idilliaca, altre ci trasportano nella pura ossessività. Costante, però, resta la musica, dalla quale Montero si lascia totalmente avvincere, liberando il suo tratto più fantasioso e funambolico che utilizza per trasporre su carta alcuni dei pezzi più noti del pop rock dello scorso secolo. Dai Doors ai Beatles, da Lou Reed a David Bowie, e poi ancora Simon & Garfunkel, Sinéad O’Connor, Beach Boys, Chet Baker, Shaggy, Dire Straits, Van Morrison, Destroyer, Harry Nilsson… letti volanti corrono sulle note di Let’s Get Lost, visioni allucinate accompagnano le liriche di Astral Weeks, scie aeree stellate filano in parallelo con la melodia di Everybody’s Talkin’. Un tripudio crossmediale che fa risuonare nella testa del lettore questi evergreen internazionali, consentendo un riuscito incontro fra la cultura underground e un’illustrazione fittiziamente per l’infanzia.

DIARIO DEI SOGNI
«Ho realizzato le tavole confluite nel libro fra il 2013 e il 2023 – ci racconta Montero -. In quel periodo sembrava che tutto uscisse dalla mia mano e arrivasse sulla carta, andavo avanti con energia maniacale, senza la necessità di prestarci troppa attenzione. È stato molto difficile affrontare la pandemia e dopo quel periodo non sono stato più in grado di disegnare in quella maniera». Il volume, pubblicato da Rizzoli Lizard, raccoglie per la prima volta le opere dell’artista, inedite perfino per il mercato australiano ma reperibili solo sui suoi account social e su alcune testate online. In queste 240 pagine si passa da vignette simpatiche e divertenti a momenti di pura tristezza e malinconia, guidando il lettore in uno stato di piacevole straniamento empatico, quasi si trattasse di un diario personale dei sogni di Montero. «Ho un diario dei sogni – confessa – ma è troppo strano e noioso da disegnare». Anche il pensiero della morte appare spesso nel libro, con disegni che paiono sublimare i momenti più bui delle nostre esistenze e un tratto stilistico che in alcuni momenti ricorda quello di Robert Crumb. «Non leggo davvero fumetti – spiega Montero -, mi piace leggere i classici della letteratura. Qualunque libro economico mi capiti sottomano. Di recente ho apprezzato molto L’isola del tesoro. Per quanto riguarda il disegno, sono molto influenzato da tutti i libri per bambini che avevo da piccolo».

Ma come è avvenuto che Ben Montero – uno strambo autore di fumetti dai tratti infantili che vive dalla parte opposta del globo – abbia pubblicato il suo primo libro per l’italiana Rizzoli Lizard? Il merito è di Pasquale La Forgia, editor nonché ideatore, curatore e traduttore di Musica per cuccioli adulti. «Ho conosciuto il lavoro di Ben Montero su Instagram, nonostante lui sia una delle persone più analogiche con cui abbia lavorato in tutti questi anni. I suoi personaggi vivono in un mondo senza tempo, che è quello dei nostri piccoli e grandi conflitti interiori. Le sue storie sono brevissime, come praticamente tutte quelle che troviamo sui social, ma a differenza di queste non hanno mai fretta. Non sparano sentenze, non accusano, non fanno la morale… Montero crea momenti di pura gioia, di struggente normalità e di irresistibile stupidità. Arriva al cuore senza usare trucchi, perché è di un’innocenza e di una bravura disarmanti. Non è una qualità comune. Sapevo che negli anni scorsi aveva pubblicato alcune cose online, ma non trovavo traccia di sue uscite cartacee. Allora gli ho scritto e in breve tempo lui ha accettato di pubblicare con noi. Nonostante Ben abbia un notevole seguito su Instagram, non ha mai cercato la pubblicazione: è davvero un giramondo tagliato fuori dal mercato editoriale. Abbiamo cominciato a lavorare a questo libro quando lui era da qualche parte in Gran Bretagna, lo abbiamo sviluppato mentre si trovava tra India, Vietnam e Laos, lo abbiamo chiuso con lui in Grecia e la prima copia stampata gliel’abbiamo spedita a Londra. Non è un turista di lusso. È una persona che vive di pochissimo, girando dove capita e fermandosi dove la vita costa poco». Da una raccolta sparsa di vignette, storie, schizzi e locandine per concerti, La Forgia ha quindi messo in fila il materiale poi confluito nel libro, insistendo anche sulla scelta di realizzare il lettering completamente a mano.

OMAGGIO AL VINILE
Lo stesso legame con la musica, però, non è solo evidente dai disegni ad essa ispirati, ma dall’attività di songwriter che ha visto Ben Montero protagonista sia con un progetto personale che assieme alla giornalista Hannah Brooks negli Early Woman. «Disegno ascoltando musica da quando ero molto giovane. Scarabocchiavo per terra mentre mamma e papà leggevano libri e ascoltavano i loro vinili. Suonavano molta musica di Dylan, Leonard Cohen, Tom Waits e tanto jazz. Molto Thelonious Monk e Yusef Lateef». Performer, il disco di Montero pubblicato nel 2018 da Chapter Music, potrebbe rappresentare una perfetta colonna sonora per Musica per cuccioli adulti, dato che l’attitudine pop e l’imprinting dolcemente onirico si fondono in trame psichedeliche che ricordano Tame Impala e Animal Collective. Montero, però, non è di questa idea e ci corregge: «Questi gruppi non sono affatto nel mio radar. Non è il mio mondo. Ascolto principalmente vecchio jazz, mi piacciono Red Garland e Coleman Hawkins. Roba da tarda notte. Non ho idea di cosa significhi la parola ‘psichedelia’. Sono un beatnik, preferisco la velocità. Ho sempre inventato canzoni per divertimento personale, ma non suono musica dal vivo ormai da molti anni. Il mondo della musica è troppo stancante». Il suo rapporto col vinile, e con tutto ciò che è ormai vintage, resta affettivamente rilevante e le pagine del libro rendono più volte omaggio al supporto fonografico per eccellenza. «Amo il vinile. Vivo principalmente con una valigia, quindi posso portare con me solo cassette al giorno d’oggi. Amo davvero le cassette». E quando gli chiediamo qual è il suo rapporto con la musica online, la sua risposta è altrettanto perentoria: «Non mi interessa molto il digitale. Se potessi permettermelo, mi disconnetterei completamente da tutto ciò che è digitale e vivrei in una caverna».