Sembrava eterno, Milo Djukanovic. Invece nelle elezioni di domenica scorsa l’uomo forte del Montenegro, al potere ininterrottamente da quasi trent’anni, ha perso vincendo una battaglia giocata fino all’ultima scheda. Il suo partito, i socialdemocratici del Dps, si è infatti piazzato primo nella corsa elettorale, ma ha perso seppur di un soffio la maggioranza in Parlamento. A far cadere l’ultimo e più camaleontico leader della Lega comunista, non sono state le accuse di corruzione, il clientelismo, il malgoverno, il bavaglio ai media. No, a far cadere Djukanovic è stato l’unico potere che non è riuscito a piegare al suo controllo, la...