Camminando lungo il sentiero che porta alla vetta del Monte Gennaro, nel parco regionale dei Monti Lucretili nel Lazio, può capitare di scorgere ogni tanto accanto alla tradizionale segnaletica una lince rossa.

Questo perché ci si trova sul «sentiero dei lincei», ripercorso e marcato nel 2003, in occasione del quarto centenario della fondazione dell’Accademia dei Lincei. La prima Accademia scientifica europea fondata a Roma nel 1603 e che ebbe fra i suoi soci Galileo Galilei, tra la faggeta e il pratone ricchi di piante officinali che portano alla vetta del monte laziale realizzò una storica escursione che segnò un importante contributo alla botanica moderna. Fu anche con il sostegno del mondo scientifico e ambientalista, nonché della Provincia di Roma, che nel 1989 venne istituito il Parco, riconoscendo finalmente l’enorme valore paesaggistico e naturalistico di un territorio a pochi chilometri da Roma.

NONOSTANTE LA PROTEZIONE UFFICIALE, il territorio del Parco e in particolare il Monte Gennaro, una delle mete più frequentate dagli escursionisti laziali e simbolo del parco, hanno subito e continuano a subire serie minacce.

Già nel 2004 associazioni locali e nazionali, l’Ente Parco, forze politiche e cittadini hanno dovuto condurre una battaglia contro quello che veniva spudoratamente presentato dalla Regione come un’opera di risanamento ambientale.

Il progetto, sostenuto dalla ditta Radio Subasio, prevedeva di spostare delle antenne sopra la stazione di una funivia abbandonata, ponendole su un unico traliccio alto più di 90 metri in una zona definita di tipo «B» – ovvero classificata anche quale Zone di Protezione Speciale (ZPS) «Monti Lucretili» ai sensi della Direttiva 79/409/CEE (cd. Direttiva Uccelli) e ubicata a breve distanza dal Sito di Importanza Comunitaria (SIC) «Monte Gennaro».

el tempo al progetto di «risanamento» si aggiungono le antenne di Monte Cavo e Monte Mario, due ripetitori televisivi, strade di accesso e capannoni industriali. Data la discutibilità delle procedure utilizzate si apre una battaglia legale; nel frattempo migliaia di persone partecipavano a manifestazioni e si raccoglievano firme. La vicenda si conclude nel 2011 con il Consiglio di Stato che stabilisce che non si tratta di un progetto di risanamento ambientale e lo blocca.
Ma 7 anni più tardi la vicenda si riapre: la ditta Radio Subasio torna all’attacco ed un altro «mostro» minaccia Monte Gennaro. In che modo?

TUTTO RICOMINCIA NEL 2016, quando l’attuale commissario del parco dei Lucretili Marcello Vasselli adotta un nuovo piano d’assetto (PDA), una sorta di piano regolatore del territorio del parco. Elaborato da un ente privato, il nuovo piano propone una diminuzione sistematica dei livelli di tutela. Zone classificate A (massima tutela) diventano B, le B diventano C, e così via. Inoltre si perde anche la logica stessa delle zone di tutela, per cui zone A confinano con zone C o addirittura D, che sono le aree antropizzate. Abolite le zone di tutela integrale, quelle necessarie per la riproduzione della fauna e per la difesa di ecosistemi critici.
Il nuovo piano procede poi con una serie di progetti, come la copertura wi-fi dell’intera area del Parco e un centro di ripetitori di un centinaio di metri di altezza sulla vetta del Monte Gennaro. Torna l’incubo antenne. Di nuovo a spingere per un mega sito unico dove radunare tutte le antenne e potenziare il segnale è appunto Radio Subasio.

Luciano Meloni di Italia Nostra, una delle associazioni in prima linea nella difesa di Monte Gennaro, attacca la nuova progettazione non solo nel merito ma anche nel metodo. Il nuovo piano si presenta come un «aggiornamento» del piano vigente, il che fa pensare a modifiche basate su rilievi della situazione presente e su una valutazione degli effetti della normativa vigente. Ma di ciò non c’è traccia.

INOLTRE LE MODIFICHE NON SONO sostenute da nuovi studi o rilievi mentre i progetti presentati senza discussione sull’opportunità e senza dettagli, sono accompagnati da una frase quantomeno ambigua: la loro realizzazione sarebbe consentita «oltre a quanto consentito dalle presenti norme e dagli strumenti di tutela vigenti». Chi realizza questi progetti sarebbe quindi liberato dalla legge?

C’è un altro elemento che sta mettendo in forte allarme chi ha a cuore il Monte Gennaro e il Parco: con un emendamento proposto dal presidente della commissione regionale bilancio è stata modificata la legge sui parchi che prevede l’approvazione del Piano D’Assetto da parte del Consiglio regionale introducendo il silenzio-assenso: se la proposta di piano non è discussa entro 120 giorni , s’intende approvata.

Quindi il cuore del Parco dei Lucretili si potrebbe trovare sommerso da progetti motivati da un presunto sviluppo economico come le nuove antenne senza che avvenga alcuna discussione in merito.

La rete in difesa di Monte Gennaro si è riattivata subito: le amministrazioni comunali presenti nel Parco si sono dichiarate contrarie, si attende di sapere cosa vuole fare il presidente del Parco insediatosi da poco. Nel frattempo si chiama all’appello la cittadinanza: verrà riconvocata presto la manifestazione-escursione annullata qualche giorno fa a causa del maltempo.

Tutte le informazioni e gli aggiornamenti sulla pagina FB Liberiamo Monte Gennaro dalle Antenne.