Vent’anni di carriera festeggiati con una torta fatta entrare nella Sala A di viale Mazzini, prima della conferenza stampa di presentazione dei nuovi episodi del commissario protagonista dei romanzi di Andrea Camilleri. Montalbano torna l’11 e il 18 febbraio in prima serata su Rai1 rispettivamente con L’altro capo del filo e Un diario del ’43. Il primo si muove su due binari paralleli: accanto all’omicidio di una giovane sarta a Licata racconta la tragedia dei migranti che arrivano in Sicilia. E il film tv si apre proprio sulle immagini di questo sbarco: «Sembra che un ragazzo si sia gettato nel mare, magari è scappato, potrebbe essere uno dell’Isis, non credi?» dice un collega al commissario: «Ancora con questa storia dei terroristi che vengono con i barconi», ribatte Montalbano.

TEMA SCOTTANTE che ha fatto drizzare le orecchie – sembra – a più di un esponente del governo e ai piani alti della Rai. Il caso della fiction di Fiorello sul sindaco di Riace bloccata da mesi e le polemiche sanremesi con Baglioni protagonista, testimoniano la delicatezza dell’argomento e i mal di pancia della maggioranza. La direttrice di Rai 1, Teresa De Santis, smorza le polemiche: «Non c’è dell’imbarazzo in nessun modo. Montalbano offre molti spunti di riflessione. Le polemiche politiche in questo momento non ci riguardano. La migrazione è un tema molto complesso che ci riguarda tutti, qui se ne affronta uno, è un punto di vista che viene raccontato». Fronte compatto quindi per evitare altre polemiche, a cui si accoda lo stesso Luca Zingaretti che taglia corto: «Io sono un attore e recito un copione e la mia posizione sulla questione migranti l’ho espressa in un monologo che ho portato in scena qualche anno fa». Ma c’è anche la grana legata allo spostamento dell’appuntamento del lunedì di Che tempo che fa il talk show di Fabio Fazio – in disaccordo con le politiche governative sui migranti e a cui Salvini ha da tempo dichiarato guerra – al martedì 12 febbraio per far posto a uno speciale Porta a porta condotto da Bruno Vespa. De Santis spiega che: «Il 10 febbraio ci sono le elezioni in Abruzzo. Vespa è l’icona dell’informazione per noi. Come è successo molte volte e come succederà per altre occasioni analoghe, la messa in onda di Porta a porta sarà anticipata al lunedì».

SE VIALE MAZZINI cerca toni soft – non si ferma una fiction dagli ascolti stellari – la posizione di Camilleri nel suo romanzo è chiara, una storia che introduce anche il tema dell’integrazione con i personaggi di un medico tunisino (Ahmed Hafiene) e una giovane interprete (Eurydice El-Etr) che lavora nella sartoria di Elena (Elena Radoninich), una vicenda che si intreccia con la vicenda degli sbarchi e la violenza carnale su una giovane ad opera di due scafisti. Ed è racchiusa tutta nella «pietas» della scena in cui Montalbano si lancia in mare e raccoglie il corpo di un migrante per poi depositarlo sulla spiaggia coprendolo con un telo.

IL FIL ROUGE della migrazione caratterizza anche l’altro episodio Un diario del ’43 che sviluppa tre storie che arrivano a Montalbano dal passato: il ritrovamento di un diario intriso di ideologia fascista scritto nel 1943 ad opera di un ragazzo di quindici anni, che confessa di aver compiuto una strage dopo l’8 settembre. Vicenda che si intreccia con l’arrivo di un novantenne di origini americane – emigrato negli anni 40 – e la morte violenta di un altro novantenne, un ricco imprenditore di Vigata.
Fuor di polemica, la macchina Montalbano macina record su record, 34 episodi venduti in 60 paesi, ascolti altissimi – i due film del 2018 oltre i 12 milioni di spettatori. Ma sommando le innumerevoli repliche, la Rai ha calcolato – solo in Italia – quasi 1 miliardo e 200 mila affezionatissimi fan.