Cantava vittoria ieri l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite Danny Danon per la modifica del mandato dell’Unifil, la forza di interposizione dell’Onu schierata nel Libano del sud e a guardia delle coste libanese. Mercoledì notte il Consiglio di Sicurezza ha approvato il rinnovo del mandato dell’Unifil con «aggiustamenti». In effetti sul campo le modifiche sono limitate. I caschi blu dovranno riferire in tempi più rapidi che in passato se, durante i pattugliamenti con l’esercito libanese, si troveranno di fronte ad aree chiuse da Hezbollah. Dal punto di vista politico e diplomatico invece quei cambiamenti rappresentano un successo per Israele se si considera che inizialmente Francia e Russia si erano opposte a qualsiasi modifica del mandato dell’Unifil.

Resta alta nel frattempo la tensione tra Libano e Siria da un lato e Iraq dall’altro. Baghdad ha condannato l’accordo di tregua con l’Isis, mediato dal movimento sciita libanese Hezbollah, che ha visto il trasferimento di 310 jihadisti dalla regione siriana del Qalamoun vicina al confine con il Libano ad Boukamal, nel distretto di Deir Ezzor, a ridosso della frontiera con l’Iraq. Secondo fonti irachene i miliziani andati ad Boukamal sarebbero già passati nella regione di Anbar. Ieri il leader sciita iracheno Muqtada Sadr ha chiesto al governo di Haider al Abadi di impegnarsi con ogni forza disponibile per garantire la sicurezza dell’area adiacente alla frontiera con la Siria.