Dovrebbe sbloccarsi definitivamente quest’oggi la vertenza riguardante le ditte dell’indotto dell’ex Ilva di Taranto. Nell’incontro di ieri tra i vertici di Arcelor Mittal Italia, Confindustria Taranto, il Comune e la Regione Puglia, l’azienda ha infatti confermato il pagamento di tutte le fatture per le 150 ditte dell’indotto, dopo aver saldato il 70% del pregresso e un altro 70% in scadenza alle 163 ditte dell’autotrasporto.
Il campanello d’allarme era scattato dopo l’annuncio di Arcelor Mittal di andarsene. Reduci dall’esperienza degli anni della struttura commissariale, quando videro i loro crediti pari a 150 milioni finire nella massa passiva debitoria dell’ex Ilva, le ditte dell’indotto e Confindustria Taranto hanno temuto il peggio.
Avendo ricevuto rassicurazioni soltanto a parole, in mancanza di un piano dettagliato sui pagamenti da parte di ArcelorMittal, le ditte hanno dato vita da lunedì scorso un presidio autonomo e autogestito, presidiando la portineria C del siderurgico, quella dalla quale entrano le materie prime che servono ad alimentare gli impianti dell’area a caldo e quindi la produzione. Minacciando di bloccarne l’ingresso e quindi fermare del tutto l’attività del siderurgico. Come non bastasse, le stesse ditte hanno immediatamente fatto partire le lettere di cassa integrazione, impedendo ai lavoratori di recarsi al lavoro all’interno del siderurgico e minacciando il mancato pagamento degli stipendi, qualora ArcelorMittal non avesse immediatamente saldato il conto.
Iniziativa che sin da subito non è piaciuta ai sindacati, che hanno allertato prefettura e questura per tenere sotto controllo la situazione, visto che anche Confindustria Taranto aveva lasciato intendere di non controllare il presidio e le eventuali proteste in corso. Dopo l’incontro di domenica nella sede dell’associazione degli industriali ionici, è però arrivata la svolta. Il governatore Emiliano, che aveva paventato la possibilità che fosse la stessa Regione a pagare in anticipo le ditte per poi rivalersi sulla multinazionale, ha contatto il premier Conte facendogli presente la delicata situazione: l’intervento del premier ha portato a una telefonata tra l’ad dell’azienda Lucia Morselli e lo stesso Emiliano, preannunciando che nell’incontro di ieri la situazione si sarebbe chiarita con il pagamento di tutte le fatture in sospeso.
La situazione dell’indotto dell’ex Ilva è in realtà molto controversa. L’80-90% delle ditte sono mono committenti e dipendono totalmente dalla sopravvivenza del siderurgico. Al tempo stesso, l’ad Morselli ha preannunciato ai sindacati e alla stessa Confindustria che sarà stilata una black list nella quale finiranno tutte quelle ditte che avrebbero avuto comportamenti scorretti nei confronti dell’azienda, realizzando fatture irregolari e causando il ritardo nei pagamenti. La stessa ad ha annunciato cambiamenti radicali nel management dell’azienda negli uffici che si occupano degli appalti.