Con la cattura di MMD la mafia è morta, la ‘ndrangheta in coma, la camorra non si sente tanto bene; narcotrafficanti, estrosori, assassini, scippatori e guardoni tutti a letto col febbrone. Quanti piccioni con una fava sola… anche se il complottista che è dentro di me si chiede: ma come ha fatto ‘sta fava a restare trent’anni uccel di bosco? E senza manco uno straccio di barba finta! Sai cosa? la barba finta me la metto io e volo a Trapani. Prima tappa il bar sotto casa sua dove, per trecentosessanta mesi, il signor Bonafede si è andato a pigghiare qualcosa come diecimilanovecentocinquanta caffè. «In effetti,» mi confessa l’anziana cassiera, «uno dei baristi una volta mi disse che quel signor Bonafede era tale e quale al capo di Cosa Nostra, ma poi il suo corpo fu ritrovato carbonizzato con la testa mozzata e io a quel pettegolezzo non ci ho più dato peso».

Seconda tappa la lavanderia all’angolo: «un signore così elegante» esclama una delle ragazze, «portava sempre capi di ottima fattura tra cui una magnifica giacca di pelle umana alla quale teneva molto… un signore, un gran signore!» Mi allungo al ferramenta in fondo alla strada: «il signor Bonafede? che bontempone!» ricorda il titolare, «veniva spesso, magari a comprarsi due catene, qualche lucchetto, una bella tenaglia, una volta pure una sega elettrica con dei grossi teli di plastica, mi servono per fare a pezzi un pentito, mi disse. Sempre voglia di scherzare teneva, un vero bontempone». Certo, ora mi rendo conto che smascherare un latitante tanto prudente non era facile e il complottista dentro di me sta quasi per mollare, quando gli arriva all’orecchio del commesso d’un supermercato lì dietro che andava dicendo che questo Bonafede non gliela contava giusta. Lo vado a cercare ma al supermercato non c’è, «e dove lo trovo?» chiedo, «da nessuna parte,» mi dicono i colleghi, «sciolto nell’acido.» Ancora un buco nell’acqua. Getto così la spugna e vado al banco dei salumi per farmi un panino al prosciutto per il viaggio. «Prociutto tutto finito,» dice il salumiere, «ma mica solo qui, in tutta Trapani il prociutto è praticamente introvabile!» Ma come introvabile? Allora mi faccio due conti: Trapani 68.600 abitanti, occhi da foderare al netto di orbi, cecati e trattativisti vari 137.200 circa… bè, in effetti che il prosciutto sia introvabile ci sta. Sia,come sia sempre co’ sta voglia di prosciutto, me torno a Roma e lemme lemme mi giro tutte le salumerie della capitale. Tutto esaurito pure qua.