«Ti farai arrestare?», «Senti, sono un nero che sta fermo in piedi all’angolo tra la Terza e Decatur. Credimi, non sarà difficile». È in questa domanda e risposta che forse riusciamo a individuare la sostanziale differenza tra una delle serie che più ha caratterizzato il primo decennio del Duemila, 24, e il suo spin-off 24: Legacy, attualmente in programmazione i giovedì su Fox, con la formula delle dodici puntate già sperimentata nel 2014 nella nona stagione, 24: Live Another Day.

A porre la domanda è Rebecca Ingram (Miranda Otto), ex capo del CTU e ora aspirante First Lady; mentre a rispondere è Eric Carter (Corey Hawkins), l’agente speciale che ha il compito di sostituire il mitico Jack Bauer (Kiefer Sutherland). Eric deve rimediare dei soldi nel minor tempo possibile e scopre che può farlo rapinando la centrale di polizia. Per entrare e realizzare il colpo deve farsi arrestare. Ed essere afroamericano, da questo punto di vista, è un bel vantaggio. Per Jack sarebbe stato più difficile.

Per il resto tra le due serie, figlie degli stessi creatori ma con un cast al momento completamente diverso, non vi sono altre differenze rimarchevoli. Il ritmo adrenalinico è lo stesso, il contaminuti che segna il passare delle ore pure, così come lo split screen, per mostrare la contemporaneità delle azioni, e la sottile linea, quasi impercettibile, che separa il bene dal male. Uguale è anche il conflitto interno dei personaggi chiamati a salvare il mondo o i propri cari, quasi a suggerire che l’esistenza della collettività possa essere protetta solo da chi non vive nei sentimenti e nella quotidianità.

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Diversa, rispetto a quella di Jack, è la borsa a tracollo che indossa Eric durante una giornata che ha un prologo di sette minuti visibile su You Tube, dal titolo The Raid. Nel corto si mostra l’attacco in Yemen ordito dalle forze antiterrorismo, guidate proprio da Eric, contro lo sceicco Bin-Khalid.

Una missione che ha successo ma che porta con sé delle conseguenze. E queste si palesano mesi dopo a mezzogiorno, dando inizio alle dodici ore più lunghe della vita di Eric, che comprendono in sequenza: essere braccato dai terroristi e tradito da qualche alta sfera del governo, proteggere sua moglie affidandola al fratello spacciatore, avere un compagno d’azione nei guai, agire giocandosi il tutto per tutto al fine di evitare un attentato di immense proporzioni. Inutile negarlo, tra gli appassionati di 24 esisteva grande curiosità per questo spin-off e probabilmente in molti si aspettano il ritorno, se non di Jack Bauer, almeno di Chloe O’Brian o di Tony Almeida, due dei personaggi più noti che hanno fatto le fortune di un prodotto politicamente ambiguo.

A metà tra l’apologia di quelli che si sporcano le mani per il bene di quelli che vogliono continuare a vivere nell’agio, e la denuncia nei confronti di un paese, gli Stati Uniti, che prima ancora di avere parecchi nemici all’esterno (arabi, cinesi, russi, ex jugoslavi) ne ha altrettanti dentro casa propria.Eric vivrà una seconda giornata d’inferno o la nostalgia per Jack avrà la meglio?