Primo giorno di scuola per il governo Renzi. Con la cartella e lo zaino in spalla, ma senza grembiule, ieri molti ministri si sono seduti tra i banchi. Facendosi largo tra insegnanti e docenti, il presidente del Consiglio Renzi è andato alla Don Pino Puglisi, nel quartiere Brancaccio di Palermo, Giannini all’istituto tecnico agrario Emilio Sereni di Roma, Madia al Neruda di Roma Nord. Poletti, Delrio e Galletti in Emilia Romagna.

In una giornata di massiccia propaganda rivolta a quasi 8 milioni di studenti di 15 regioni (domani aprono le scuole anche in Puglia e Sicilia), Renzi ha ribadito l’impegno di assumere «149 mila precari» a settembre 2015. Nessun esponente dell’esecutivo ha spiegato perché il contratto dei docenti è stato bloccato anche per il 2015.

Ai docenti precari con il tirocinio formativo attivo (Tfa) che lo hanno contestato a Palermo insieme agli studenti medi, Renzi non ha spiegato perché non verranno assunti, dopo averli obbligati ad abilitarsi. In questa situazione ci sono anche gli abilitati Pas: in totale oltre 80 mila persone. Nel 2015 queste persone rischiano di restare disoccupate se non riusciranno a vincere una cattedra nel concorso che il Miur si appresta a bandire. Nella «buona scuola» ci sarà infatti solo un’unica fascia di insegnanti abilitati da utilizzare nei rari casi in cui le supplenze non potranno essere coperte con i docenti di ruolo.

Il nuovo anno scolastico è cominciato all’insegna dello slogan: lavorare (non) tutti per guadagnare tutti di meno. In attesa della partenza della consultazione pubblica e online sul «patto educativo» (www.labuonascuola.gov.it), Renzi si è espresso in maniera criptica sulla risorse necessarie per le assunzioni. «Faremo di tutto per assumere i precari. – ha detto – Non vuol dire che li butteremo dentro, ma che stiamo cambiando il sistema per far sì che ciò avvenga. Ma occorre fare uno sforzo da parte di tutti per cambiare il sistema».

Il premier intende finanziare il nuovo sistema (900 milioni di euro promessi nella legge di stabilità 2014, altri 2,7 nel 2015) tagliando le supplenze brevi. In questo modo rischia di mettere alla porta centinaia di migliaia di precari non inclusi nelle graduatorie ad esaurimento, ma che lavorano già da anni nella scuola. Ai 149 mila precari che promette di assumere, Renzi chiede invece lo «sforzo» di rinunciare all’aumento dei loro magri stipendi. In più dovranno rispondere alle chiamate del preside-manager per tappare i buchi lasciati dai docenti assenti. Il governo la chiama «mobilità». In realtà si tratta del vecchio «lavoro a chiamata» (job on call) adattato ad un personale che dovrebbe ricevere uno stipendio ogni mese. A questi precari il premier non ha spiegato perché gli «scatti di competenza» che sostituiranno quelli di anzianità riguarderanno solo il 66% dei docenti «meritevoli» e si tradurranno a regime in tagli agli stipendi fino a 331 milioni di euro (da 26 fino a 75 euro a testa).

In una giornata passata all’offensiva, dove non c’era spazio per contraddizioni ma solo per un orizzonte radioso, la ministra dell’Istruzione Giannini si è difesa dalle critiche al progetto sulla «buona scuola»: «Mai parlato di aziendalizzazione», ha assicurato. E ha puntato sull’«oggettività» della valutazione quantitativa che misurerà il «merito». Un’oggettività contestata dagli studenti e dai comitati dei precari in quanto espressione di una visione “neoliberista” dell’istruzione ispirata alla concorrenza tra gli insegnanti e ad una cultura basata sul “problem-solving” e non sulle capacità critiche.

Mentre la rete degli studenti medi ha fatto un blitz ieri al Miur, gli studenti dell’Uds hanno contestato Giannini a Roma e la ministra della Difesa Pinotti a Genova: «Non è la scuola a dover piegarsi ad un modello di sviluppo ingiusto che investe in basse competenze e che ci vuole solo precari – ha detto il coordinatore Uds Danilo Lampis – ma è il modello di sviluppo a dover cambiare a partire da un rinnovato ruolo dei saperi».

Venerdì 10 ottobre tutti gli studenti scenderanno in piazza per contestare la riforma. I Cobas di Piero Bernocchi hanno dichiarato lo sciopero generale proprio quel giorno. È probabile che in piazza ci saranno anche i precari abilitati esclusi. Uno sciopero dell’Unicobas ci sarà già domani.