Star internazionale del «teatro documentario», ovvero la rielaborazione drammatica di eventi reali, Milo Rau è ormai una presenza familiare anche per gli spettatori di Romaeuropa. Dopo due lavori dedicati a sanguinosi drammi individuali, le ragazzine sequestrate e seviziate da Marc Dutroux (Five easy pieces) e l’omicidio di un omosessuale a Liegi (La reprise), il regista svizzero (ma basato a Gent, in Belgio) torna alle grandi tragedie del nostro tempo, com’era stato in passato per le guerre in Congo e Ruanda. Come vuole il titolo, Orestes in Mosul porta la tragedia di Eschilo sulle sponde del Tigri. Là dove sorgeva l’antica...