Ci sono tanti modi, stili, sguardi per narrare e mostrare l’elaborazione di un lutto, il trauma di una perdita, i sensi di colpa che non smettono di affiorare. Alex Garland, regista e sceneggiatore londinese, per il suo terzo lungometraggio Men (in sala dopo la presentazione a maggio alla Quinzaine des réalisateurs del festival di Cannes) ha scelto la strada dell’horror, quello della mutazione fisica, del mistero e dell’inquietudine – elementi già presenti nel suo film d’esordio Ex Machina (2014) e nel successivo Annientamento (2018). IN «MEN», che a differenza del titolo ha per protagonista una donna, Harper, il pre-testo è...