La retorica celebrativa, ovvero il linguaggio pubblico utilizzato dagli Stati come espressione politica delle proprie liturgie civili, genera inevitabilmente una contraddizione esplicita tra il racconto epico ed il principio di realtà della storia. Così il centenario del Milite Ignoto, la traslazione dei resti di un soldato caduto al Vittoriano, si trasforma da occasione di rielaborazione collettiva attorno ai significati epocali della devastazione della guerra mondiale (drammaticamente al centro del nostro presente nell’era del conflitto globale) a strumento declamatorio di processi unificanti che, giocoforza, si presentano come più immaginari che reali di fronte ai fatti della storia: dai massacri dei campi...