La notizia è che il comune di Milano si impegna a aprire una nuova sala cinematografica, anzi a riaprine una chiusa, e cioè il cinema Nuovo Orchidea. Di per sé, vista la tendenza inversa di sale che continuano a chiudere sarebbe già una grande notizia. In più c’è che l’evento di riapertura – per ora temporanea, il 15 e il 16 aprile – viene organizzato insieme alla rete di festival cittadini, il Milano Film Network, che col titolo #nuovocinemamilano, lancia il progetto di una distribuzione continuativa, che duri cioè tutto l’anno al di là dell’evento festiavaliero. Anche questa è un’indicazione importante, perchè i festival – specie quelli più «piccoli» e indipendenti dalle logiche commerciali – sono già in Italia una sorta di circuito alternativo – e molto più ricco – alla normale distribuzione.
Si inaugura – martedì 15 aprile ore 19.30 – con Is the Man Who is Tall Happy?, il nuovo film di Michael Gondry, in anteprima italiana (e in collaborazione con i Wonder e Biografilm). Una conversazione tra il regista e il linguista e filosofo americano Noam Chomsky tra le mura sghembe del Ray and Maria Stata Center, disegnato da Frank Gehry per il Massachusetts Institute of Technology dove Chomsky è professore emeritus. Scenografia concettualmente perfetta per un incontro come questo, in cui tra l’altro lo stesso Chomsky appare pochissimo, e quasi sempre in quadratini che occupano una piccola porzione dello schermo. È la sua voce che ci guida, alternando memorie autobiografiche a elaborazioni del suo pensiero teorico, sullo sfondo di una fittissima, coloratissima, selva di disegni animati a pennarello da Gondry.
Sette gli altri titoli in cartellone. Tra questi Eat Sleep Die di Gabriela Pichler (premio miglior film Sguardi Altrove 2013), la storia di Rassa, una ragazza musulmana e della sua «lotta» col sistema burocratico nel paesino svedese in cui vive. A seguire 7 Cajas di Juan Carlos Maneglia e Tana Schembori (Premio del pubblico al festival del cinema africano 2013). Girato nell’enorme mercato di Asuncion, dove lavorano duemila persone, rivisita i generi del cinema americano classico seguendo le avventure di un ragazzino ossessionato dai film hollywoodiani. Interior Leather Bar è la proposta invece del festival Glbt Mix, il film di James Franco e Travis Matthews mostra i conflitto di una troupe alle prese con la ricostruzione dei 40 minuti mancanti in Cruising.
Da giovedì 17 la rassegna si sposta all’Oberdan, la sala della Cineteca nazionale, con El Impenetrable, di Daniele Incalcaterra e Fausta Quattrini (premiato a Filmmaker 2012), diario alla prima persona del regista (anche protagonista) alle prese con un’eredità «scomoda»: un terreno in Paraguay, nella foresta del Chaco, che vorrebbe restituire agli indios. Ma la realtà sfugge al controllo, e Incalcaterra si trova davanti al sistema dei grandi proprietari terrieri appoggiati dal potere che non vogliono rinunciare a quelle terre. La sua battaglia diviene una forma cinematografica, corpo a corpo vitale tra la macchina da presa, la narrazione e la natura «impenetrabilità»della realtà con cui si confronta.
Molto bello è anche In Bloom di Nana Ekvitmishili, rirtratto femminile (premio del pubblico al Milano film festival ) nella Georgia postsovietica degli anni ’90.
info www.milanofilmnetwork.it