Un report presentato qualche giorno fa al Parlamento inglese invita le città ad attivare subito provvedimenti che, riducendo l’inquinamento atmosferico nelle città, riducano il rischio di infezione del Covid. Si spiega che la ricerca che ricollega l’incidenza del Covid all’inquinamento atmosferico si va raffinando e che studi di laboratorio hanno evidenziato come l’esposizione a breve termine delle cellule del sistema respiratorio al particolato proveniente dal traffico determini un rilevante aumento dei recettori che il virus utilizza per penetrare nel corpo. Si suggerisce l’istituzione di aree aree il potenziamento della ciclabilità e del trasporto pubblico, di evitare di bruciare combustibili solidi.

A CASA NOSTRA, MILANO SI SVEGLIA stupefatta all’annuncio della proroga a giugno della sospensione di Area C e sine die di Area B (aree a traffico limitato, ndr), la cui istituzione è costata centinaia di milioni, e che il Comune pagherà ai milanesi fino a 9.000 euro cadauno per l’acquisto di un’auto nuova, indipendentemente dal reddito o dalla reale necessità del beneficiario di usarla in città. I fondi ottenuti da Conte durante la tumultuosa riunione con i sindaci – che pare costeranno un nuovo scostamento del bilancio nazionale, un altro deficit a carico delle nuove generazioni – verranno spesi, in parte, per permettere ai milanesi di cambiare auto.
Soldi degli italiani, forse dei cittadini europei, usati per consentire alla città con l’aria peggiore d’Italia, di sostituire auto inquinanti con altre più pulite. A prima vista una manovra saggia? Tutt’altro.

CON OLTRE 500 AUTO OGNI 1000 ABITANTI contro le 250 di Parigi, Milano è forse la grande area urbana con il più elevato rapporto auto/abitanti in Europa. L’Agenzia Europea dell’Ambiente mette il livello di congestione di Milano ai vertici europei, in crescita rispetto al 2017, con 226 ore all’anno passate dai milanesi nel traffico. Cambiare l’auto è, quindi, l’ultimo provvedimento al quale la nostra città deve aspirare. Tanto più con soldi pubblici, che scarseggiano per la realizzazione di opere pubbliche come percorsi ciclabili, linee dedicate per il trasporto pubblico e il verde di cui abbiamo tanto bisogno.

A MILANO SERVE RIDURRE SUBITO IL NUMERO delle auto circolanti per ridare spazio al trasporto pubblico e alla mobilità attiva dei cittadini e dimezzare il numero dei chilometri percorsi in auto per migliorare al più presto la qualità dell’aria. Le nuove auto che si andranno a comprare saranno comunque – non nascondiamoci dietro ad un dito – ingombranti, emetteranno (o formeranno in atmosfera) particolato da combustione e/o abrasione e ossidi di azoto. Sempre troppo per una città che viola cronicamente molti limiti.

SCELTE DUNQUE – SOSPENSIONE DELLE ZTL e rottamazione auto – antistoriche, che sviliscono la salute dei cittadini e ignorano l’obbligo di adottare ogni provvedimento che riconduca l’inquinamento entro i limiti. Che evidenziano un tale sbandamento di Milano rispetto a quanto si sta facendo altrove in Europa da segnarne implacabilmente il declino. Mentre Londra annuncia, per ridare alla città la sua dimensione umana, l’attivazione della più grande area car-free d’Europa, e aumenta a 15 sterline l’ingresso alle auto nella ultra ZTL cittadina, mentre Parigi bandisce le auto dalla congestionata Rue de Rivoli e, dopo aver realizzato in pochi anni con 70 milioni una rete ciclabile di 400 km, ne annuncia altri 650 in breve tempo, mentre Atene pedonalizza l’intero centro cittadino per dare spazio alle persone quando serve distanziamento, mentre l’Oms invoca l’uso di sistemi di trasporto alternativi e attivi per ridurre le concentrazioni degli inquinanti e il rischio Covid e favorire un salutare movimento quotidiano, Milano cosa fa? Sospende ogni misura di gestione del traffico e cambia auto ai suoi cittadini per rispondere «alla necessità di mettere a disposizione dei cittadini forme di mobilità alternative all’utilizzo del trasporto pubblico». Ognuno nel suo abitacolo, costi quel che costi.

QUESTI PROVVEDIMENTI PARLANO CHIARO: il sindaco non aiuta i milanesi a cambiare l’auto per andare (solo) in vacanza, ma per andarsene in giro per la città, aumentando l’inquinamento e quella congestione che – per la ridotta capacità dei mezzi pubblici causa Coronavirus – andrebbe ridotta al massimo per favorire la mobilità meno ingombrante e inquinante: la bicicletta, la micro mobilità, la pedonalità e il trasporto pubblico.

TEMIAMO CHE LA CHIAVE DI QUANTO STA ACCADENDO al sindaco Beppe Sala, che dopo le elezioni europee ha tenuto per sé la delega all’ambiente, sia contenuta in uno degli ultimi suoi video quotidiani in cui ha ribadito di voler perseguire il tema ambientale perché li vanno i soldi. Milano è nel cuore geografico, e non solo, di ben due procedure di infrazione per violazione dei limiti degli inquinanti dell’aria nonché della pandemia europea. Sala non potrà cambiare auto a tutti i milanesi, se anche lo facesse questa non sarebbe – per gli standard europei – la visione ambientale adeguata, né politicamente, né scientificamente, a risolvere il nodo della mobilità del dopo Covid. Con quei soldi Milano può fare davvero meglio.