I Più di mille scuole che si trovano nel territorio del Comune di Milano sono esposte a concentrazioni di biossido di azoto (NO2) che superano la soglia indicata dalle linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione Mondiale per la Salute. E’ quanto denuncia la onlus Cittadini per l’aria secondo la quale oltre la metà delle scuole milanesi sono collocate in aree la cui esposizione supera addirittura il limite di legge di 40 µg/mü stabilito per l’NO2, un limite di quattro volte superiore a quello indicato dall’OMS (10 µg/mü) a protezione della salute umana.
Questo è quel momento dell’anno in cui Milano si sveglia con il cielo velato grigio topo e alzando lo sguardo al cielo si vede bene quello che si respira e lo si sente nei polmoni. È anche quel momento dove ci si interroga sul “che fare” per diminuire uno dei problemi storici di Milano: lo smog.

Intanto da oggi scatteranno le prime blande restrizioni del traffico previste dalle norme regionali dopo quattro giorni consecutivi di sforamento dei livelli di polveri sottili Pm10. Si attiveranno non solo a Milano, ma anche a Lodi e Cremona. In queste città non potranno circolare le auto fino alla classe euro 4 diesel dalle 8.30 alle 18.30. E a Milano non potranno circolare neanche le diesel euro 4 che hanno installato Move-in, il congegno che permette di circolare anche nell’Area B cittadina. Non si attiveranno invece le limitazioni sui riscaldamenti dato che gli impianti sono ancora spenti e verranno accesi, come prevede il decreto del governo, il 22 ottobre. Questa è una delle notizie negative che emerge dall’analisi dell’inquinamento di questi giorni: Milano è fuorilegge anche con i riscaldamenti spenti.

La città del sindaco Beppe Sala che suda sette camicie per raccontarsi al mondo come green e sostenibile ha già sforato i limiti di polveri sottili Pm10 per 54 giorni dall’inizio dell’anno. È uno dei dati peggiori degli ultimi dieci anni tenendo anche in considerazione la non accensione dei riscaldamenti domestici e commerciali. L’accumulo delle polveri sottili, prevalentemente auto e mezzi di trasporto, è favorito anche dall’alta pressione e dall’inversione termica; il caldo primaverile di questi giorni, sommato all’assenza di vento, ha infine contribuito a creare il mix perfetto che sta rendendo l’aria di Milano irrespirabile. Sui 54 giorni di sforamento dei limiti di legge di Pm10 (50 µg/m3 ) ha contribuito anche la scarsa piovosità del 2022. A certificare lo stato dell’aria di Milano e della Lombardia arriva anche il rapporto Mal’Aria di Legambiente. Se a livello nazionale la maglia nera spetta a Torino, il capoluogo lombardo è subito dietro. Terza classificata tra le città più inquinate Padova.

Le tre città ha registrato rispettivamente 69, 54 e 47 giornate di sforamento. «In questi giorni fa molto caldo ma abbiamo già livelli alti d’inquinamento a Milano e nella bassa Pianura Padana, la causa di sicuro non è il riscaldamento domestico» spiega Damiano Di Simine di Legambiente Lombardia. «Vuol dire che la mobilità, i trasporti e soprattutto i motori diesel restano la principale causa d’inquinamento insieme all’agricoltura e agli allevamenti intensivi così numerosi in Lombardia». Nella Pianura Padana le emissioni degli allevamenti e dell’agricoltura arrivano ad essere la principale causa dell’inquinamento. «Se andiamo a vedere i dati notiamo che città come Soresina o Codogno o Cremona in alcuni momenti dell’anno hanno valori d’inquinanti più alti di quelli di Milano. È evidente che la causa non è l’inquinamento strettamente urbano». Il futuro non potrà che essere con meno auto in circolazione e meno bistecche nei nostri piatti.