Matteo Salvini, segretario della Lega Nord ed europarlamentare, ha da tempo annunciato a Milano l’indizione, dal 28 al 29 gennaio (in una sala del centro congressi della Fiera in piazza Carlo Magno), di un convegno sull’Europa («Più liberi, più forti, un’altra Europa è possibile») con i rappresentanti degli otto partiti dell’eurogruppo Enf-Europa delle nazioni e della libertà, di cui la Lega fa parte, e la partecipazione di alcuni esponenti del partito di Putin al potere in Russia.

«Proporremo la nostra idea di Europa, di lavoro, di confini, di immigrazione e di futuro», ha detto, aggiungendo con orgoglio che «sarà la prima volta di Marine Le Pen in Italia». Ricordiamo che Salvini era già stato ospite del congresso del Front National a Lione nel 2014, e che in tale occasione la signora aveva dichiarato: «A volte vado in estasi davanti alla sua forza e alla sua bravura».

A Salvini dobbiamo però obiettare che non è vero che Marine Le Pen verrebbe in Italia per la prima volta. C’era già venuta alcuni anni fa e vediamo con chi.

Il 21 ottobre 2011 a Milano fu organizzato un convegno, anche questo sull’Europa, e Marine Le Pen ne costituiva il pezzo forte (insieme con Daniela Santanché). Come riportato sul giornale online «atuttadestra.net», il convegno si era svolto «a Palazzo Mezzanotte (sede della Borsa di Milano e splendido esempio di architettura fascista)», a porte chiuse «per ragioni di sicurezza», come sarà quello con Salvini quest’anno. Citando ancora dalla stessa fonte: «Era stato organizzato dalla Associazione Vox Populi di Roberto Perticone e dalla Fondazione Radici Europee di Diego Zarneri». All’iniziativa aveva «subito aderito, con entusiasmo, Roberto Jonghi Lavarini, da sempre “lepenista convinto”».

Di Roberto Perticone veniva detto che è «un noto esponente della destra sociale lombarda, già dirigente missino, poi di An, ex Segretario Regionale de La Destra di Francesco Storace, esperto di Ezra Pound, e di relazioni internazionali, amico personale della famiglia Le Pen». La cronaca continuava così: «All’incontro, oltre a decine di giornalisti, erano presenti anche alcuni selezionati esponenti politici, forniti di invito numerato e nominale, fra questi: Attilio Carelli (Dirigente Nazionale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, guidato da Luca Romagnoli, unico movimento politico italiano ufficialmente alleato del Front National)» (questo nel 2011, ndr) Generoso Melorio, Massimo Parise e Valeria Valido (dirigenti del Movimento per l’Italia), Franco Seminara (del sindacato nazionale Unione Generale del Lavoro), Francesco Filippo Marotta e Mario Mazzocchi Palmieri (del comitato Destra per Milano), Flavio Nucci (del movimento Destrafuturo), Carlo Lasi (segretario del movimento Patria Sociale), il Prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca (presidente del Centro Studi Europa 2000) e storici militanti della destra milanese come Remo Casagrande» (lo squadrista deceduto nell’ottobre 2015) «e la contessa Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo (una delle promotrici della “maggioranza silenziosa”)».

Perticone e Antonio Spadavecchia entrambi dirigenti di Vox Populi in quell’occasione deprecavano che esponenti del Pdl e della destra post-missina non avevano voluto esporsi, a differenza di Daniela Santanché, di cui si lodava quindi l’anticonformismo e il coraggio.

Marine Le Pen quindi in Italia c’era già stata, a dispetto di quel che afferma Matteo Salvini, a trattare gli stessi argomenti e propagandare gli stessi contenuti. E il parterre era il fior fiore del neofascismo nostrano.

Le organizzazioni antifasciste locali in tale occasione avevano indetto un presidio, contestando il fatto che il Comune avesse concesso una sala pubblica.

Di Diego Zarneri, esponente di Radici Europee, osserviamo che nel 2012 celebrava il 25 aprile pubblicando sulla sua pagina Facebook un manifesto con lo slogan: «Gli eroi son tutti giovani e belli. Ai ragazzi di Salò». Al convegno del 2011 Zarneri si era fatto fotografare con Marine Le Pen. La leader del Front national aveva poi posato per i fotografi accanto anche a Roberto Jonghi Lavorini, notissima figura storica della destra istituzionale ed extraistituzionale, tra i fondatori di Cuore nero, che a «Zanzara Radio 24», il 15 maggio 2015, aveva dichiarato: «Il saluto fascista? L’ho insegnato alle mie tre figlie. E’ un saluto solare, igienico, bello. E’ un gesto splendido d’amore». E ancora: «In realtà, il fascismo è apprezzato dalla maggioranza degli italiani. È assolutamente evidente. Il duce e il fascismo piacciono, gli italiani ne hanno un buon ricordo e non a caso ci sono molti calendari del duce, circa cinque milioni nelle case e negli esercizi commerciali. Non ci sono calendari di Togliatti o di Don Sturzo».

Insomma, Salvini oggi si allea all’immagine “vincente”, a suo modo “ripulita”, di Marine Le Pen. Ma di ripulito c’è proprio poco. E neanche di nuovo, visto che Marine Le Pen a Milano c’era già venuta, ospite del fior fiore dell’estrema destra nostrana, che da parte sua ha già annunciato (non poteva essere diversamente) la partecipazione anche a questo convegno. Contestualmente è per altro previsto un incontro di Marine Le Pen con Luca Romagnoli (Destra sociale) e Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia).

Ancora una volta leghisti e fascisti si ritroveranno assieme.