Dopo aver ottenuto un inatteso e straordinario successo con il disco strumentale in due parti Tubular Bells (’73), un flusso di melodie di matrice rock, folk e neoclassica che si intersecano e si perdono l’una nell’altra con un arcano, intimo equilibrio, il musicista e compositore inglese Mike Oldfield, che vi ha suonato quasi tutti gli strumenti, sceglie di proseguire sulla strada neosinfonica, ma cambiando direzione. Hergest Ridge (’74) e Ommadawn (’75), il primo più pastorale, sereno, medievaleggiante, il secondo più burrascoso, sono album prog basati più sull’emotività e sulla poesia dei suoni che non sul virtuosismo, e anticipano in qualche modo quell’etno-ambient di cui Jon Hassell sarà il massimo alfiere.

MA CON L’AVVENTO del punk, le opere dell’artista iniziano a venire percepite come fuori moda. Su spinta di Richard Branson, titolare della Virgin, che proprio grazie alle vendite di Tubular Bells è riuscita a crescere e sostenersi come etichetta, avviene un mutamento: a partire da Platinum (’79) Oldfield inizia a rendere le sue suite e melodie più accessibili e a sperimentare, grazie anche al contributo della voce di Maggie Reilly, un formato cristallino di canzone pop-wave, che trova l’apice in Crises (’83) con l’incantevole Moonlight Shadow e l’ipnotica Foreign Affair (grande successo anche in Italia), e nel successivo Discovery, il cui unico pezzo strumentale dura appena una dozzina di minuti. Dopo la tempestosa colonna sonora di The Killing Fields, il musicista sembra smarrire la direzione: i seguenti album Islands e Earth Moving sono caratterizzati da un mediocre pop da Fm, che oltretutto non scala neanche le classifiche, Oldfield si dedicherà ancora a opere serie e ambiziose come Amarok o Tubular Bells II, ma con il passare del tempo, inevitabilmente, tenderà sempre più a ripetersi. Uscito per la Broadcast Archive, il quasi omonimo box The Broacast Archives contiene, in tre cd, altrettanti concerti trasmessi per radio. Il primo, tenuto alla Queen Elizabeth Hall nel giugno del 1973, è praticamente la première live di Tubular Bells, il secondo è del 1980 e si svolge a Dublino. Il terzo, del 1993, è ospitato nell’ampia sala della Carnegie Hall di New York. La release permette così di lanciare uno sguardo, sia pur parziale, sugli anni più creativi del musicista.