Un colpo al cerchio e uno alla botte: la contemporanea approvazione al Senato del Decreto legge Minniti-Orlando, e della nuova normativa di protezione per i Minori stranieri non accompagnati (Misna), prima firmataria l’On. Sandra Zampa del Pd, introduce per legge una schizofrenia in materia di rispetto dei Diritti umani che suscita non poche preoccupazioni. Da una parte, infatti, il decreto costruisce e costituisce una serie di procedure decisamente contrarie al fondamento giuridico irrinunciabile per ogni Diritto che sia erga omnes, e dunque democratico, cioè il principio costituzionale: la legge è uguale per tutti.

Dall’altra il nostro Paese si mette in condizioni, finalmente, di tradurre in legge ciò che ha approvato, sottoscritto e ratificato già nel lontano 1989 con la Convenzione Onu sui Diritti dei minori.

La contraddizione tra le due normative è talmente palese da creare una schizofrenia tale da compromettere il sistema giuridico nel suo complesso. Il Decreto, lo hanno detto sia associazioni, sia giuristi, tratta i migranti come esseri umani diversi, che non hanno il diritto a poter seguire le stesse norme previste per i cittadini a parte intera. A queste persone viene così, di fatto, amputata una parte di umanità.

Attraverso la riduzione dei gradi di giudizio, infatti, è come se alla loro «nuda vita», alla loro dignità, per usare delle categorie biopolitiche care a Foucault, venisse attribuita una scadenza, una sorta codice a barre impresso sui corpi al momento del loro arrivo, un marchio innessivo il loro stesso status di richiedenti asilo, creando così una condizione che deve essere evasa velocemente perché la garanzia che li mantiene nel novero degli umani scade, e dunque la merce va restituita velocemente al mittente. Ma a parte la riduzione dei gradi di giudizio, è la logica del «respingimento comunicativo» che pesa oltremodo su queste nuove procedure.

Si antipatizza con i richiedenti asilo sin da subito, non solo mettendoli in Centri creati appositamente per seguire la nuova normativa anticostituzionale, ma facendogli capire che sono strutture il cui scopo non è sostenere il loro diritto ad avere uno status che gli sarebbe dovuto per il solo fatto di essere arrivati sin qui fuggendo a costo della vita le loro situazioni d’origine, bensì che dovranno essere loro a fornire l’onere della prova, sottoponendoli ad una giustizia contra reo che li ritiene colpevoli di truffa ai danni dello stile di vita nazionale, sino a che non siano in grado di dimostrare la verità della loro condizione umana.

È evidente, e se ne sono accorti anche i Senatori – che comunque hanno risposto al vecchio adagio Senatori probi viri Senatus mala bestia – che introducendo una forma parallela di giustizia, tribunali speciali inclusi, si costituisce un piano inclinato che potrebbe includere nella sua logica altri settori e fasce sociali rispondenti, un domani, agli stessi criteri di umanità dimezzata o problematica, non da espellere magari, ma da confinare in strutture segregate.

Certo una nota positiva resta l’approvazione sulla protezione dei Minori non accompagnati. Solo una osservazione a questo proposito: le associazioni che hanno sostenuto la legge, e fornito ai legislatori le esperienze concrete su cui basarsi, hanno sempre fatto rilevare che, in materia di Diritti umani, e di minori in particolare, bisogne essere non solo giusti, ma anche lungimiranti: accogliere e rispettare oggi il diritto di un bambino, significa domani crescere un cittadino democratico e rispettoso di quelle stesse regole di convivenza civile che lo hanno voluto tale, senza nessuna distinzione.

* Presidente Terre des Hommes