«Il M5s vuole la verità sulle Ong e andrà fino in fondo sia nelle sedi italiane che in quelle europee»: il vicepresidente della camera, Luigi Di Maio, ieri è tornato ad accusare le organizzazioni non governative di fare i «taxi del Mediterraneo», favorendo gli scafisti. «Ai criminali basta una moto d’acqua per scortare i migranti sulla prima nave disponibile per l’Italia. Alcune navi Ong sembrerebbero essere a portata di acquascooter» ha ripetuto sui social citando poi il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che tre giorni fa aveva dichiarato: «Abbiamo evidenze che tra alcune Ong e i trafficanti di uomini in Libia ci sono contatti diretti. Su Ong come Medici senza frontiere e Save the Children davvero c’è poco da dire. Discorso diverso per altre, come la maltese Moas o come le tedesche, che sono la maggior parte». La posizione dei grillini somiglia a quella d Salvini: «La Marina militare e la Guardia costiera fanno i vice scafisti».

Accuse che fanno riferimento ai dati diffusi dall’agenzia Ue Frontex: «I trafficanti in Libia stanno approfittando dell’obbligo internazionale di salvare vite in mare – ha spiegato la portavoce, Izabella Cooper -. Nel 2011 le barche che trasportavano i migranti arrivavano fino a Lampedusa, nel 2014 i salvataggi avvenivano a metà strada fra la Libia e l’Italia, nel 2016 e 2017 l’area di ricerca si è spostata al limite delle acque territoriali libiche». Ci sarebbero poi altre prove: il numero di persone a bordo dei gommoni è aumentato in media da circa 90 nel 2014 a circa 170 nel 2017; la qualità delle imbarcazioni è peggiorante ed è diminuito il combustibile a bordo; scarsi anche cibo e acqua. «Abbiamo notato che i trafficanti tolgono i motori dalle barche quando vedono una nave di soccorritori – conclude – per riutilizzare il motore in un altro viaggio».
Polemiche e letture che danno fiato alle tesi della destra, favorevoli ai respingimenti. Offre una prospettiva diversa l’Organizzazione internazionale delle migrazioni, che ieri a Ginevra ha diffuso i suoi dati: dall’inizio dell’anno, 1.089 migranti e rifugiati sono morti nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere l’Europa via mare; 43.204 sono riusciti ad approdare sulle sponde Ue (l’80% in Italia, il resto in Spagna e in Grecia). Nel 2016 i decessi sono stati 1.266. La traversata tra il Nord Africa e l’Europa è quella che miete più vittime al mondo. «Non siamo a conoscenza di “casi comprovati di collusione” tra trafficanti e Ong – ha spiegato Eugenio Ambrosi, direttore generale dell’Oim per l’Europa. Non è d’aiuto mettere sullo stesso piano e confondere gli interessi criminali di chi mette in pericolo vite umane e le entità senza scopo di lucro che lavorano per salvare vite». In quanto a dare soccorso a ridosso delle acque libiche, commenta: «Non costituisce una collusione deliberata, ma richiama l’attenzione sulla necessità di definire meglio il ruolo e le regole delle Ong e le risorse dell’Ue, con l’obiettivo di garantire che nessuno muoia in mare».

26POL1F01 ONG MIGRANTI LAPRESSE

Smonta le tesi di Lega e M5S anche Federico Soda, capo dell’Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’Oim: «La presenza di navi nel Mediterraneo non costituisce un fattore di attrazione che incita la migrazione. Quando l’operazione Mare Nostrum è stata portata a termine, senza essere sostituita da altre missioni di salvataggio, fu registrato un aumento delle partenze dei migranti dalla Libia e, purtroppo, anche un aumento delle morti in mare. Il lavoro degli operatori di soccorso e gli sforzi combinati delle Ong sono stati essenziali per salvare migliaia di vite». Nel 2016 181.436 migranti sono stati soccorsi in Italia di cui 49.796 da Ong. Ieri si è fatta sentire anche la Commissione europea per Migrazione e Affari interni. La Ue è pronta a sostenere l’Italia ma solo per aumentare gli hotspot mentre critica «il basso tasso di attuazione dei rimpatri», inferiore al 20%.