Quando Umm-El-Banine Assadoulaeff morì nel 1992, «Le Figaro» scelse come suo epitaffio questa descrizione: «era una di quelle persone dalla vita romanzesca, che attraversano un secolo, attraendo a sé come un magnete le persone più interessanti». A seconda che prevalesse la versione originale azera, o quella russa, si faceva anche chiamare Asadullajeva, ma scelse come nome letterario il più semplice Banine, e così esordì in tempo di guerra, nel 1942, pubblicando presso Gallimard il suo primo libro Nami. Molti erano gli scrittori (tra cui Henry de Montherlant e André Malraux) che da tempo la spronavano a scrivere memorie del suo...