Sarebbero state trascritte indebitamente alcune intercettazioni telefoniche di conversazioni tra gli indagati e i giornalisti e avvocati di fiducia anche negli atti d’accusa che riguardano il caso Mare Jonio-Maersk Etienne. 

La denuncia viene da Mediterranea Saving Humans che afferma: «È l’ormai noto ‘metodo-Trapani’ che punta a screditare e intimidire, attraverso un uso distorto e decontestualizzato di frammenti di intercettazioni telefoniche, sia il lavoro di inchiesta giornalistico sulle responsabilità di governi e autorità italiane nella situazione libica, sia le attività umanitarie di monitoraggio, ricerca e soccorso in mare».

Le indagini contro quattro esponenti della piattaforma civile attiva nei soccorsi ai migranti nel Mediterraneo centrale sono ancora in fase iniziale. Gli inquirenti hanno sequestrato telefoni e computer di Luca Casarini, Beppe Caccia, Alessandro Metz e Pietro Marrone per cercare le prove di un presunto accordo commerciale che sarebbe stato alla base dell’assistenza offerta a settembre 2020 dalla nave umanitaria a 27 naufraghi. Erano bloccati da 38 giorni sulla Etienne, vicino alle coste maltesi, senza che il governo di La Valletta autorizzasse la discesa a terra. Lo standoff più lungo di sempre a seguito di un evento Sar (ricerca e soccorso), terminato solo dopo l’intervento della Mare Jonio, che li ha poi sbarcati in Italia.

Nel decreto di perquisizione e sequestro redatto dalla procura di Siracusa sono riportati dei dialoghi tra Caccia e Vera Mantegoli, cronista che collabora con La Nuova Venezia e Repubblica. Il Cdr del quotidiano dove lavora la giornalista vuole «conoscere le motivazioni dell’intercettazione su fatti privi di alcuna rilevanza penale», associandosi alla richiesta che la Federazione nazionale della stampa (Fnsi) ha rivolto alla ministra della Giustizia Marta Cartabia di aprire un’inchiesta sulle intercettazioni ai giornalisti.

In questo caso il riferimento è alle vicende emerse dalle carte dell’inchiesta di Trapani contro le Ong Jugend rettet, Medici senza frontiere e Save the children. Tra le 29mila pagine dell’accusa sono state rinvenute dal giornalista di Domani Andrea Palladino le parole registrate della freelance Nancy Porsia e dei colleghi Antonio Massari del Fatto quotidiano, Nello Scavo di Avvenire, Francesca Mannocchi di L’Espresso, Sergio Scandurra di Radio radicale, Fausto Biloslavo del Giornale e Claudia Di Pasquale di Report. 

Domani, martedì 6 aprile, alle 17.30 Articolo21 ed Fnsi promuovono un’iniziativa online per denunciare le intercettazioni a danno dei cronisti.