«Corsa ad ostacoli verso l’Europa», s’intitola così l’ultimo rapporto di Medici senza frontiere che denuncia il «catastrofico fallimento dell’Unione europea nel rispondere ai bisogni umanitari di rifugiati, richiedenti asilo e migranti nel 2015». «Mai prima d’ora – dice Federico Zamatto, responsabile medico di Msf – abbiamo dovuto avviare così tanti progetti in Europa per salvare vite in mare. Mai prima d’ora abbiamo dovuto assistere così tanti disperati alle frontiere, curando le conseguenze fisiche e psicologiche dei drammatici viaggi, delle violenze subite e della mancanza di assistenza».

Nel 2015 i numeri dell’ong per la migrazione in Europa sono triplicati. Tra il 1° gennaio e il 15 dicembre, ha effettuato oltre 100.000 consultazioni mediche e psicologiche – sulle navi di ricerca e soccorso e nei progetti in Italia, Grecia e Balcani – e tra maggio e dicembre ha soccorso 23.747 persone in mare. In tutto Msf ha speso circa 31,5 milioni di euro e mobilitato 535 operatori umanitari.

Il rapporto descrive gli ostacoli che l’Europa e i governi hanno imposto lungo il percorso di oltre un milione di persone, la maggior parte in fuga da guerre e persecuzioni: mancanza di alternative alle pericolose traversate del mare, filo spinato per chiudere i confini, continui cambiamenti nelle procedure amministrative e di registrazione, condizioni di accoglienza inadeguate in Italia e Grecia, violenze in mare e alle frontiere di terra.

Per Msf, frutto di«un approccio atroce e inaccettabile» mentre servirebbero canali legali e sicuri per i richiedenti asilo (anche con alle frontiere di terra), riunificazioni familiari facilitate, visti umanitari e ricollocamenti; percorsi legali per ridurre viaggi pericolosi e reti di trafficanti; ricerca e soccorso in mare, luoghi di sbarco predefiniti con condizioni umane e assistenza medica; investimenti nell’accoglienza invece che nella deterrenza, schemi di ricollocamento più ambiziosi.