Mediapro, la società spagnola che dal 2015 gestisce i diritti tv della Liga spagnola e da qualche settimana si è aggiudicata quelli della Serie A, diventa cinese. Il fondo di investimento Orient Hontai ha acquistato per circa un miliardo di euro il 54,5% di Imagina, il conglomerato che la controlla. Non è una novità. Anche Infront Sports & Media, che tra gli altri gestisce i diritti tv della Fifa e funge da advisor per la vendita di quelli italiani, dal 2015 è passata per 1,2 miliardi dal fondo americano Bridgepoint ai cinesi del Wanda Group, mentre l’anno dopo una cordata composta da Everbright e Baofeng ha preso per poco meno di un miliardo MP & Silva (tra gli altri, i diritti esteri della Serie A). Perché la tv è stata, e continua a essere, il primo passo della lunga marcia cinese nel controllo del calcio globale, passato poi attraverso acquisti o partecipazioni nelle squadre di club (Manchester City, Atletico Madrid, Aston Villa, Inter e in qualche modo Milan) e destinato a concludersi, secondo il piano di Xi Jinping, con l’organizzazione del Mondiale 2030 e una nazionale in grado di vincerlo nel 2050.

Se la Cina è vicina, con una vittoria, un pari e tre sconfitte nelle coppe, per le squadre italiane l’Europa si allontana. Il segnale peggiore arriva dal pareggio della Juve: fotografia impietosa di una squadra sull’orlo di una crisi di nervi (Allegri dixit). È vero, i bianconeri sono ancora in piena corsa per il settimo scudetto consecutivo, impresa titanica che avvicina appunto il campionato italiano al fascino di quelli extraeuropei. Ma la Champions brucia sempre. Se il Milan, domani sera contro la Samp, ha vinto oltre i suoi meriti (Gattuso dixit) e l’Atalanta, domani in trasferta a Firenze, è stata sfortunata perdendo contro l’avversario peggiore, è una débâcle per la Lazio che paga la crisi in cui è sprofondata dopo avere vissuto a lungo oltre le proprie possibilità: reduce da quattro sconfitte in cinque partite, cercherà di riprendersi lunedì sera ospitando il derelitto Verona. Chi invece l’Europa proprio non la vuole in alcun modo, oltre a Salvini e fascio-populisti vari, è per diverse e ben più nobili ragioni Sarri: una volta retrocesso in Europa League, ha fatto giocare le riserve dichiarando di puntare tutto su una vittoria in campionato.

E vista la rosa ridotta a sua disposizione, è difficile dargli torto. Tra l’altro, nella sfida scudetto i partenopei hanno anche la possibilità di allungare, turno facile domani pomeriggio in casa contro la Spal, mentre la Juve è attesa da un mezzogiorno di fuoco nel derby col Toro.