Chirurgo di fama internazionale, a lungo direttore del Centro trapianti delle Molinette di Torino, Mauro Salizzoni dal 2019 siede tra i banchi di Palazzo Lascaris, consigliere regionale del Pd e vicepresidente dell’assemblea. «Nella gestione dell’emergenza in Piemonte regna la confusione», dice.

Professor Salizzoni, il Piemonte ha superato i 100mila contagi dall’inizio della pandemia, ma quello che più preoccupa è il numero dei ricoverati. Cosa sta succedendo?
I pronto soccorso continuano a essere affollati e vengono aperti nuovi reparti Covid. Alle Molinette, il più grande ospedale del Piemonte, è stato aperto il terzo reparto Covid, laddove dovrebbe esserci la medicina che cura tumori, infarti o fa trapianti. La questione dei posti letto la fa da padrone ed emergono criticità: il 70% degli ospedali piemontesi è stato costruito prima del 1940 e non è facilmente adattabile; molti pazienti potrebbero essere dimessi dal punto di vista clinico, in genere dai 70 anni in su e con altre patologie, ma le famiglie, soprattutto quelle che più stanno pagando la crisi, hanno difficoltà a riprenderli. Il problema è che non è stato previsto a tempo debito un piano per gestire questo surplus di ricoveri: la seconda ondata è stata sottovalutata. Avevamo le Ogr allestite per la degenza e la terapia e sono state smobilitate e non sostituite. Si va in cerca di soluzioni estemporanee come il padiglione sotterraneo di Torino Esposizioni, che dovrebbe ospitare 400 letti, ma che secondo una valutazione del Politecnico di Torino presenta diversi fattori di vulnerabilità. Si tratta di una struttura buia e inidonea. Manca una visione.

La giunta Cirio si rivolge ai privati che verranno pagati per la loro disponibilità. In questo caso il pubblico paga due volte, nell’aver tagliato precedentemente i propri posti e nel chiederne nuovi al privato?
Certo, gli consegna i ricoverati ospedalieri e si assume la responsabilità della struttura con costi aumentati. Sono circa 1.200 i posti in Piemonte. C’è confusione, manca una cabina di regia. Anche per quanto riguarda i privati, ritengo che la giunta avrebbe dovuto prendere con loro accordi prima e fissare delle linee già a ottobre. Non c’è un disegno. L’Unità di crisi è formata da validi esperti, ma sembra mantenuta più per dare una copertura alla politica che non per valorizzarne le competenze. Spero in una diminuzione dei contagi, perché la situazione è al limite. Quando diminuiranno ci sarà, però, un residuo di ricoveri ospedalieri, magari in Covid hotel, anziani debilitati e difficilmente dimettibili. La Regione dovrà allora fare i conti con le proprie strutture e lavorare in modo integrato con il territorio.

Quanto nell’emergenza pesano i problemi strutturali o le scelte passate e quanto gli errori dell’attuale giunta?
Dopo due anni, la giunta Cirio dovrebbe smetterla di dare colpa a chi c’era prima, visto che la passata amministrazione aveva comunque lanciato il progetto di un nuovo ospedale a Torino, il Parco della Salute, che sta andando, però, a rilento. All’inizio di errori ne abbiamo fatti tutti, si diceva «andrà tutto bene», nonostante virologi come Andrea Crisanti sostenessero che così non sarebbe stato. C’è stata, poi, la follia estiva. Bisognava avere il coraggio di fare prima chiusure modulate. Purtroppo, la parte economica ha prevalso su quella sanitaria.

Se fosse stato a guida della Regione cosa avrebbe fatto?
Avrei fatto una programmazione, cercando allocazioni per i ricoveri. Penso, per fare un esempio, all’ospedale di Alba, chiuso da poco, o a quello di Venaria che ora è una casa della salute. O alle strutture olimpiche di Torino. Avrei, inoltre, pensato a collegare il territorio a ciascun ospedale, facendo sì che medici di base fossero parte di unico sistema, con pari dignità e funzioni.

Quanto la saturazione dei posti letti quanto viene pagata dai malati delle altre patologie?
Non poco, si è parlato di 10 mila morti parallele al Covid in Italia. Infarti presi in ritardo, ictus, perforazioni, tumori occludenti rinviati.

L’ultimo provvedimento del Dirmei, il Dipartimento delle malattie infettive della Regione, ha annullato congedi e riposi compensativi per tutto il personale della sanità sollevando forti proteste da parte dei sindacati. Cosa ne pensa?
Parliamo di gente che lavora interrottamente da quattro settimane. Chiedere un surplus di orario opportunamente riconosciuto è giusto, ma bloccare totalmente congedi e riposi totalmente è scorretto, visto che nessuno vuole andarsene alle Maldive.