Quirinale petaloso e profumato di mimose per l’8 marzo, quest’anno dedicato al tema «Donne per la Repubblica: 70 anni dal voto alle donne». Impossibile sottrarsi alla retorica e all’esibizione di buon senso istituzionale, anche se la realtà è un’altra cosa. La cerimonia è stata trasmessa in diretta Rai con la partecipazione di tutte le ministre, di alcune sindache elette in piccoli comuni e di altre donne intervenute per raccontare il loro impegno particolare (Marisa Cinciari Rodano, Maria Romana De Gasperi, Elena Marinucci, Lidia Menapace, Beatrice Rangoni Machiavelli e Samar Fatany).

A sottolineare la solennità dell’evento anche la presenza dei presidenti di Camera e Senato (Boldrini e Grasso) e dell’ex presidente Napolitano; tutta al femminile la Guardia d’Onore del palazzo del Quirinale. Il discorso più atteso, come da programma, quello del presidente della Repubblica. «Non c’è libertà quando la donna a lavoro è vittima di violenze fisiche o morali e viene costretta a spazi di sofferenza, la violenza sulle donne è ancora una piaga della nostra società, che si ritiene moderna, e va contrastata con tutte le energie di cui disponiamo», ha affermato Sergio Mattarella.

Il presidente ha sottolineato la necessità di un aumento del lavoro femminile per uscire dalla crisi e sostenere la crescita: «Non è vero che il lavoro allontana la donna dalla maternità, l’aumento del lavoro femminile può diventare un fattore favorevole alle nascite. Le politiche per la famiglia, comprese quelle di conciliazione dei tempi di cura con quelli del lavoro, sono un contributo essenziale allo sviluppo equilibrato del paese».